Ambiente e territorio

Occhi (Lega): mancano dati su impatto crematori su qualità aria

“La Regione non ha ancora varato il Piano di coordinamento per la realizzazione dei forni crematori e non ci sono limiti per le emissioni. Le cremazioni hanno un impatto sull’aria e serve uno studio approfondito. Il nuovo impianto a Parma, per quante cremazioni è autorizzato?”

“Quanti sono gli impianti di cremazione presenti in regione”. Lo ha chiesto alla giunta il consigliere Emiliano Occhi (Lega) in una dettagliata interrogazione che vuole sapere se esista una relazione tra gli impianti e l’inquinamento atmosferico.

Occhi chiede “se le provincie hanno adempiuto alle prescrizioni su fabbisogni di impianti ai sensi della legge regionale 19 del 2004 e perché l’Emilia-Romagna non ha ancora approvato il Piano Regionale di Coordinamento per la Realizzazione dei Crematori”. Inoltre, il consigliere chiede perché non vi sia alcun riferimento nel Piano aria del 2030 “agli impatti dei crematori sulla qualità dell’aria e perché non siano presenti obiettivi emissivi per il settore”. Il consigliere continua: “Quali sono gli ordini di grandezza degli impatti delle cremazioni sulle polveri sottili e sugli altri inquinanti anche in rapporto alle altre forme di emissione” e se la Regione conosce “quale sia l’impatto delle cremazioni sulla qualità dell’aria nella nostra regione, rapportati anche al periodo di pandemia e allo stop forzato che si è avuto durante il lockdown del 2020”. Occhi domanda, poi, “se esistono studi di ARPAE specifici sull’impatto della pratica della cremazione e del suo aumento sulla qualità dell’aria e se sono previsti limiti di emissione agli impianti di cremazione presenti in regione e se questi sono rispettati”. Importante, per il consigliere è conoscere i tempi di approvazione di “un Piano Regionale di Coordinamento per la Realizzazione dei Crematori sull’impronta di quello Veneto”. La giunta, poi, indichi “quali azioni intenda intraprendere per approfondire gli studi sulla materia e se è presente una forma di regolamentazione regionale e se in assenza si preveda di adottarla”. Infine, un focus su Parma dove si chiede se per i nuovi impianti, come il secondo previsto nella città ducale, “siano previsti limiti per le emissioni e per quante cremazioni è autorizzato attualmente il crematorio di Parma e quante cremazioni avvengono annualmente”.

Il consigliere ricorda che in Italia è in aumento il fenomeno delle cremazioni ed “è necessario quindi che i forni crematori abbiano adeguati sistemi di abbattimento dei fumi, che garantiscano un’adeguata efficienza anche in relazione della discontinuità del processo dovuta all’abbassamento delle temperature ad ogni ciclo, per il recupero delle ceneri”. In Europa la cremazione è regolamentata, ma non in Italia (tranne in Veneto e in Toscana). Occhi conclude: “Le cremazioni, hanno quindi un impatto sulla qualità dell’aria che in un contesto come quello del bacino padano, che è noto per essere una delle zone più inquinate d’Europa, può risultare rilevante anche ai fini di uno studio approfondito sugli effetti al contrasto dell’inquinamento”.

(Gianfranco Salvatori)

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