Fare luce sull’incidente sul lavoro occorso, lunedì 15 luglio, a un operaio bengalese impiegato all’interno dell’area del cantiere del rigassificatore di Ravenna. Inoltre, la giunta modifichi l’Accordo per la “Tutela della salute e sicurezza sul lavoro”, per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e di una Procura nazionale per la sicurezza del lavoro.
Sono, in sintesi, le richieste della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo misto) in un’interrogazione alla giunta.
L’operaio, colpito ad una gamba, “avrebbe riportato lesioni da schiacciamento causate dalla caduta dall’alto di un pesante tubo e ciò mentre lavorava in prossimità di una nave ormeggiata a Marina di Ravenna nel cantiere della Rosetti Marino s.p.a. collegato al nuovo rigassificatore offshore di Ravenna”. L’uomo, dipendente di una ditta terza, la Secom s.r.l., “stava lavorando in una zona difficilmente raggiungibile dai soccorsi, in caso di incidente, infatti, sia il soccorritore che la barella per il trasporto del ferito, sono stati calati e recuperati con il verricello dall’elicottero”.
La capogruppo del Misto vuole sapere dalla Regione quali siano state “le cause dell’incidente sul lavoro e se non ritenga necessario agire in prima persona affinché nel cantiere del rigassificatore di Ravenna sia garantita una reale sicurezza sul luogo di lavoro, in particolare, laddove le condizioni impongano ulteriori difficoltà nei soccorsi in caso di incidente”. Gibertoni, poi, chiede se la giunta “non ritenga necessario modificare l’Accordo per la “Tutela della salute e sicurezza sul lavoro” (del settembre 2022), per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e di una Procura nazionale per la sicurezza del lavoro, che consentirebbero di perseguire i responsabili degli incidenti sul lavoro con maggiore efficienza e senza il rischio di vederli sottrarsi alle proprie responsabilità, per una riforma severa di tutto il sistema degli appalti e sub appalti che rompa con l’abuso di questa forma di fare impresa, che serve solo a migliorare i profitti delle aziende, per un rafforzamento della figura del Rappresentante dei lavoratori sulla sicurezza, a cui va garantita la possibilità di agire senza la preoccupazione di rappresaglie da parte datoriale, per la certezza di controlli effettuati con percentuali predeterminate, note a tutti e tassative, che rendano economicamente non conveniente il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro”. Inoltre, si agisca e si dica con quali azioni concrete la si intende promuovere, in tutte le aziende private o pubbliche, di ogni tipologia e dimensione, “per l’introduzione della figura del whistleblowers per la segnalazione di tutte le fattispecie riguardanti le violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle attività di prevenzione da attuare sui luoghi di lavoro”.
(Gianfranco Salvatori)