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Sì a richiesta Pd-ER Coraggiosa: più ispettori del lavoro

Approvata dall’Assemblea legislativa la risoluzione di Pd-ER Coraggiosa “per garantire maggior tutela ai lavoratori. In regione aumentano gli infortuni, ma calano i controlli, anche se l’Emilia-Romagna è quella in cui ci sono più controlli in Italia”

E’ stata approvata dall’Assemblea legislativa la risoluzione Pd-ER Coraggiosa che impegna la giunta a investire sull’organico e sulla formazione degli ispettori del lavoro “anche al fine di garantire la tutela dei lavoratori impiegati nei vari settori economici e di contribuire al contrasto del fenomeno delle morti sul lavoro”.

L’impegno della Regione è richiesto dalla consigliera Nadia Rossi (Partito democratico) in una risoluzione – firmata anche da Federico Amico, capogruppo di Emilia-Romagna Coraggiosa – che vuole approfondire le “istanze dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), anche attraverso l’interlocuzione con le sigle sindacali e le rappresentanze locali dello stesso, e sollecitare il governo in tutte le sedi istituzionali opportune e per il tramite dei parlamentari eletti nelle circoscrizioni emiliano-romagnole a intervenire sulla situazione della categoria, che versa da anni in condizioni di difficoltà crescenti”. Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento. La situazione è critica, ha scandito Rossi, e manca il personale. Una situazione che fa venire meno la tutela della sicurezza dei lavoratori.

La consigliera ricorda le vertenze sindacali avviate nel 2022 perché i dipendenti – circa 4mila – dell’Ispettorato del lavoro (Inl) e dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal) sono stati esclusi dagli adeguamenti retributivi previsti per i ministeriali. L’adeguamento delle buste paga non c’è stato, nonostante gli incontri con il precedente governo e gli scioperi. Il nuovo ministro Maria Elvira Calderone, con il maxi emendamento della legge di Bilancio 2023, ha inserito la perequazione dei contratti riconoscendo “ai dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro il diritto a ricevere l’armonizzazione dell’indennità di amministrazione, ma non per le annualità precedenti a partire dal 2020, come per gli altri dipendenti dei Ministeri”.

In regione, continua la consigliera dem, il personale è diminuito, ma sono aumentati gli infortuni sul lavoro passando in un anno da 67.816 a 74.066, con un incremento del 9,2%. Sono aumentati anche gli irregolari e le malattie professionali. Nonostante questo, afferma Rossi, “l’Emilia-Romagna è comunque tra le regioni che effettuano più ispezioni in Italia (circa 20.440 nel 2019 in tutta la penisola) e secondo un report curato dalla Cisl, nel 2020 in regione sono state effettuati appena 1.684 accertamenti, di cui solo 271 in edilizia, e riscontrate 323 violazioni”. Era prevista – afferma la risoluzione – l’assunzione di 2.480 ispettori, a livello nazionale, ma ci sarebbero un 70% di rinunce da parte dei vincitori di concorso “complice la mancata risposta da parte del governo precedente e attuale”. I sindacati hanno appoggiato le proteste dei dipendenti e chiesto al governo di aumentare con urgenza il personale addetto alle ispezioni.

Il consigliere Matteo Montevecchi (Lega) ha scandito che “duole constatare come mesi fa chiedemmo a Regione surplus per garantire sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. La nostra richiesta venne respinta senza alcuna spiegazione. Il governo, inoltre, sta già valutando il tema proposto dalla risoluzione”.

Per Luca Cuoghi, consigliere di Fratelli d’Italia, che ha presentato un emendamento, la risoluzione non è chiarissima. “La Regione – continua – deve agire e strutturare delle iniziative, non fare il passacarte con richieste al governo. In questo settore serve formazione”.

Secondo Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) “il tema è già stato affrontato dall’Assemblea. Il precedente governo aveva stanziato fondi per un aumento degli ispettori. La risoluzione non è passacarte. La Regione fa la propria parte, ad esempio con la medicina del lavoro”.

Silvia Zamboni (Europa Verde) ha ricordato “come Europa Verde abbia un proprio osservatorio che segnala all’Inail i decessi di lavoratori senza contratti legati all’Inail. E’ accaduto anche con uno studente morto in un’azienda durante il periodo di formazione scuola-lavoro, la cui famiglia non ha avuto il riconoscimento. La piaga delle morti sul lavoro è inaccettabile. Va considerato, poi, anche il settore dell’agricoltura, dove avvengono molti incidenti”.

Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) “le morti sul lavoro sono una piaga del nostro tempo per cui il voto alla risoluzione è favorevole”.

(Gianfranco Salvatori)

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