“Per rispettare le differenze è fondamentale riconoscerle e diversificare attività e modalità di azione”.
Con questo assunto si è conclusa la giornata della partecipazione 2022 svoltasi il 30 settembre scorso presso la sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Oltre 170 gli stakeholders partecipanti in forma mista (in presenza e tramite collegamento telematico) per un’intensa giornata divisa in due fasi: nella mattinata gli interventi istituzionali a cui è seguita una parte laboratoriale che si è cimentata prioritariamente nell’individuazione di linee guida e proposte su parità di genere, giovani e accessibilità.
Nell’informativa resa alla commissione Statuto presieduta da Silvia Piccinini, lo staff del Tecnico di garanzia della partecipazione e Direttore generale dell’Assemblea legislativa Leonardo Draghetti, ha poi illustrato anche gli altri temi strettamente connessi a quelli principali trattati nella Giornata della partecipazione: cittadini protagonisti, riqualificazione della pubblica amministrazione e realizzazione di comunità di partecipazione oltre al chiaro incentivo all’uso delle nuove tecnologie.
L’impegno profuso e i risultati ottenuti dall’Assemblea sono poi stati ribaditi dall’assessore al bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale Paolo Calvano, nella relazione annuale sulla partecipazione. “Il Programma 2022-2023 -spiega Calvano- vuole rafforzare la cultura della partecipazione a livello regionale coinvolgendo nuovi soggetti e al contempo promuovendo nuove pratiche partecipative coerenti con gli obiettivi di mandato della giunta regionale: dalla parità di genere ai giovani, alla transizione ecologica”.
Fra le esperienze di partecipazione promosse da giunta e Assemblea vanno segnalate quelle legate all’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, i garanti della comunicazione nonché l’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze a cui si aggiungono quelli con specifiche ricadute territoriali come “Seinonda 2021” (aggiornamento del piano di gestione del rischio alluvioni) e “Che costa sarà?” (formazione partecipata e condivisa con le comunità rivierasche per la strategia di difesa della costa).
Nove invece i percorsi formativi, nelle loro molteplici linee di azione, dedicate all’acquisizione di metodi e strumenti utili a garantire la qualità dei processi partecipativi. Fra tutte le azioni spicca l’iniziativa denominata “TrasFormAzioni” relativa al coinvolgimento dei soggetti interessati nella co-progettazione del Piano triennale di formazione e partecipazione 2022-2024, allo scopo di individuare contenuti e modalità della formazione per elevare e diffondere la competenza e la cultura della partecipazione.
Novità di rilievo è poi quella costituita all’inizio del 2022 consistente nella piattaforma regionale “PartecipAzioni”, dedicata ai processi di consultazione e partecipazione pubblica e basata su software open source. A questa azione si accompagna anche la riprogettazione dell’Osservatorio della partecipazione in base alle indicazioni emerse dagli utenti e facendo in modo che, oltre a essere uno strumento di raccolta dati sulla partecipazione, garantisca anche una più efficace restituzione dei dati unitamente a una maggiore fruibilità, dal momento che attualmente l’organismo gestisce migliaia di dati relativi a quasi 2mila processi partecipativi.
Intensa, infine, l’azione di comunicazione online tramite siti e social media: oltre all’adeguamento del portale PartecipazionER, che al suo interno annovera due community (“Comunità di pratiche partecipative” e “Amministrazione condivisa”), è stata ideata una campagna informativa specifica per promuovere la piattaforma, con l’obiettivo di incentivare la partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche.
Tutte le attività ricordate trovano poi spazio e ampliamento nel programma 2022-2023, approvato a maggioranza dalla Commissione, con dieci obiettivi specifici che nascono dal sostegno ai processi partecipativi e dal Patto per il lavoro e per il clima: democrazia, innovazione sociale, coesione sociale, istituzioni, competenze, partnership, digitale e sostenibilità.
Molto chiara poi la road map che la giunta vuole impostare per il 2022-2023 attraverso l’erogazione di specifici contributi a sostegno dei processi partecipativi. Obiettivi principali del bando sono quindi la facilitazione dell’accesso di nuovi beneficiari per una migliore integrazione di settori e delle relative politiche, favorendo in particolare il coinvolgimento di target specifici della popolazione, giovani in primis. Oltre a promuovere il coinvolgimento per i soggetti organizzati della società civile (associazioni, cooperative e qualunque altra forma associativa), il programma partecipazione vuole parimenti garantire premialità ad alcune categorie di enti (fusioni e unioni di comuni in particolare) ed eguale criterio lo si vuole applicare anche promuovendo la parità di genere. Grande attenzione, infine, all’accessibilità nella sua accezione più ampia (che include accessibilità fisica, digitale, di linguaggio, ecc.) per rimuovere ogni tipo di ostacolo in merito e a ogni progetto finalizzato a una transizione ecologica partecipata, finalizzati alla realizzazione di comunità energetiche.
Già definite, poi, risorse e cronoprogramma del piano: per il bando 2022 sono infatti stati già stanziati 529mila euro e l’intero processo, che va dall’approvazione del bando all’avvio dei progetti, si svolgerà nel periodo tra ottobre-novembre 2022 e il febbraio 2023.
Critica in diversi passaggi Maura Catellani (Lega). Pur condividendo gli obiettivi di massima, la leghista lamenta la trasformazione in piano triennale “perché si perde un controllo puntuale garantito dalla rendicontazione annuale”. Oltre a lamentare “rimandi chiari a temi tangibili”, Catellani sui singoli bandi preferirebbe l’attribuzione in base al merito e non al genere e chiede approfondimenti sul significato di partecipazione deliberativa oltre a un focus su come funzionano concretamente le piattaforme digitali utilizzate. Oltre allo scetticismo su specifiche premialità alle Unioni di Comuni, “perché abbiamo chiare perplessità su tale tipo di ente”, la leghista rimarca l’assenza di qualunque rimando al tema dell’accessibilità, così come “la mancanza, nei documenti prodotti dall’Osservatorio, di molti dati per una più compiuta valutazione dei singoli progetti”.
Di parere diametralmente opposto, invece, il giudizio di Palma Costi (Pd), la quale, nelle rendicontazioni, vede la “conferma del percorso intrapreso da molti anni dalla Regione Emilia-Romagna per coinvolgere i propri cittadini nei processi politici che si basa sulla costruzione di sistemi, regole e più in generale di una cultura, perché i processi partecipativi siano veramente efficaci”. Apprezzando i numeri generati dalle azioni messe in campo sulla partecipazione, la consigliera democratica sottolinea anche l’importanza delle azioni formative messe in atto sui vari territori per creare figure che promuovano e sovrintendano i processi di partecipazione.
(Luca Boccaletti)