“L’Italia non è un paese per donne”. A dirlo è Roberta Mori, coordinatrice nazionale delle Commissioni Pari Opportunità di Regioni e Province Autonome, al convegno “Democrazia paritaria e Pari Opportunità”, promosso dal coordinamento nazionale delle Commissioni pari opportunità tenutosi a Napoli nella sede del consiglio regionale campano.
“A fronte di una media europea del 67,4%, in Italia l’occupazione femminile è al 53% (su popolazione dai 20 ai 64 anni), tasso che cala ulteriormente di 7 punti percentuali considerando le lavoratrici madri di due figli. Le distanze retributive tra donne e uomini, in Europa in media del 16%, sono in Italia del 23%, con picchi del 46% registrati in attività professionali, scientifiche e tecniche”. Numeri che, per Mori, “dimostrano come la fragilità storica del nostro sistema economico si spieghi anche con l’esclusione e l’emarginazione di tanta parte della componente femminile dal mercato del lavoro”.
L’intervento della coordinatrice nazionale e presidente commissione Parità dell’Emilia-Romagna non lascia dubbi sulle priorità da affrontare per una crescita equa e inclusiva: “Ocse calcola che dimezzare il gap di genere farebbe crescere il Pil italiano dello 0,2% in più ogni anno- rivela Mori- ma potrei citare numerose stime analoghe che indicano la necessità di superare barriere culturali, stereotipi di ruolo, rendite di potere ancora oggi in salde mani maschili a scapito delle donne e dello sviluppo complessivo. Sgravi fiscali sui servizi per madri lavoratrici e piano asili nido, incentivi per l’imprenditoria e il lavoro femminile di qualità, obbligo all’equo compenso nelle aziende, sono tra le misure più urgenti da introdurre”.
Violenza e medicina di genere sono gli altri aspetti affrontati nel Convegno e posti all’attenzione del nuovo governo nazionale. “Nel 2018- ha sottolineato Mori- in Italia i femminicidi sono saliti dal 34,8% al 37,6% del totale degli omicidi commessi e il 79,2% sono familiari, ma, purtroppo, le misure in campo come il ‘codice rosso’ hanno più controindicazioni che efficacia e poi non toccano il problema culturale profondo né il sessismo imperante”.