“Rivedere le politiche di genere regionali, al fine di contrastare con maggiore efficacia la violenza contro le donne, attivando un sistema di protezione il più ampio possibile”. A chiederlo, con un’interpellanza rivolta al governo regionale, è Giulia Gibertoni dei Cinquestelle. La consigliera sollecita anche l’attivazione di “azioni per far emergere il sommerso sul fenomeno”.
L’Emilia-Romagna, spiega la pentastellata, “è una delle regioni in cui i tassi di violenza contro le donne sono più alti, la prima per le denunce di violenze sessuali (15,6 ogni 100 mila donne), percosse (28,6) e lesioni dolose (89,6), la quarta per i femminicidi (0,6 su 100 mila)”. Nell’ultimo quinquennio, prosegue, “nella nostra regione sono state 31 mila le donne a denunciare violenze”. A Modena, rimarca, “nei primi dieci mesi del 2018 sono state 261 le donne vittime di aggressione che si sono rivolte al pronto soccorso del policlinico”. Dai dati relativi agli ultimi anni, aggiunge, “emerge un incremento degli accessi provocati da violenze all’interno della famiglia e un calo di quelli per violenze praticate da estranei, la fascia di età più colpita riguarda le donne tra i 35 e i 44 anni, il 70 per cento sono italiane”.
Il fenomeno, sottolinea poi Gibertoni, “è ormai strutturale, non più emergenziale, diventa quindi strategico sensibilizzare e informare, attuare un approccio di sistema”. Anche attraverso iniziative, evidenzia infine, “come il progetto nazionale Camper della polizia di stato (che ha l’obiettivo di favorire l’emersione del fenomeno e garantire supporto alle vittime)”. Progetto, conclude, “che in Emilia-Romagna si potrebbe attuare in modo ancora più strutturato”.
(Cristian Casali)