Parità, diritti e partecipazione

PARITÀ. IN COMMISSIONE LA PRESENTAZIONE DELL’ACCORDO CON L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA: TIROCINI IN ASSEMBLEA PER GLI STUDENTI DELLE QUESTIONI DI GENERE

Progetto promosso in attuazione della legge quadro regionale sulla parità del 2014. La presidente della commissione, Mori: “Strutturiamo i contorni scientifici di una materia che non si può più improvvisare”

Da una parte “favorire la possibilità per rappresentanti dell’Assemblea legislativa di svolgere la funzione di referenti esterni sui temi delle politiche di genere per gli studenti” e “programmare la partecipazione di rappresentanti dell’Assemblea agli incontri di supervisione dell’operato dei dottorandi”, dall’altra incentivare “tirocini formativi in Assemblea legislativa e la partecipazione di studentesse, studenti e docenti a iniziative, conferenze e sedute dell’Assemblea”.

Sono questi i punti salienti dell’accordo quadro tra l’Assemblea legislativa regionale e il Dipartimento di lingue, letterature e culture moderne dell’Università di Bologna, che sarà siglato in attuazione della legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere: a presentarlo oggi in commissione Parità e diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, la professoressa Lilla Maria Crisafulli, coordinatrice per l’Università di Bologna del Master Erasmus Mundus Gemma (Master in Women’s and Gender Studies). “Ci proponiamo come interlocutori per lavorare concretamente insieme- spiega Crisafulli-, ad esempio abbiamo già tradotto il testo della legge quadro in inglese e ora stiamo pensando a una versione in spagnolo”.

Giulia Gibertoni (M5s) ha detto di “condividere l’attenzione nel creare lavoro dopo gli studi di genere, come istituzioni dovremmo fare sistema intorno a esperienze di questo genere, e spero che questa buona pratica possa estendersi ad altri livelli con una consapevolezza condivisa”.

Francesca Marchetti (Pd) si è concentrata sulle “politiche applicative di parità e la loro verifica, serve un salto culturale a tutti i livelli ma soprattutto del personale competente, troppo spesso releghiamo tale pratica nascondendoci dietro problemi di risorse, in particolare nei piccoli Comuni”.

Enrico Aimi (Fi) è intervenuto per chiedere “quali sono gli sbocchi effettivi sul mercato del lavoro degli studi di genere”. Secondo il consigliere, infatti, “il mercato è dato dalla domanda, bisogna capire se chi ha terminato il percorso poi ha trovato un impiego o è rimasto all’interno del circuito chiuso accademico”. 

La presidente della commissione, Mori, in conclusione ha voluto sottolineare l’importanza di “strutturare i contorni scientifici di una materia che non si può più improvvisare”. 

(jf)

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