“Abbiamo appreso da notizie di stampa che lo scorso agosto le associazioni di Modena, Ravenna e Ferrara dell’Unione donne in Italia (Udi) hanno ricevuto una comunicazione dall’ufficio del Registro unico nazionale del terzo settore (Runts) con la richiesta di integrazione dello statuto, rispetto al principio antidiscriminatorio, pena l’avvio di procedura di cancellazione dallo stesso registro e la relativa perdita di benefici”. A lanciale l’allarme, in commissione per la Parità e per i diritti delle persone (presieduta da Federico Amico), è Roberta Mori (Pd), che, sull’argomento, ha presentato un’interrogazione sottoscritta anche dai colleghi di partito Marcella Zappaterra, Mirella Dalfiume, Marilena Pillati, Lia Montalti, Luca Sabattini, Palma Costi, Francesca Maletti, Matteo Daffadà, Antonio Mumolo, Pasquale Gerace, Francesca Marchetti e Stefano Caliandro.
Roberta Mori, nel chiedere l’intervento della giunta regionale, spiega anche che, “sempre dalla stampa (nello specifico il quotidiano Libero) la ministra alle Pari opportunità Eugenia Roccella è intervenuta sul tema con un articolo a sua firma in cui attribuisce la responsabilità dei contenuti della missiva alle ‘idee confuse che contrassegnano l’attuale stagione del Pd’ e alla leadership di Elly Schlein, colpevole, stando alle parole di Roccella, di voler ‘cancellare l’identità delle donne e la differenza sessuale’”. “Il principio discriminatorio non può essere applicato in modo settario”, conclude la consigliera.
La risposta arriva dall’assessore regionale Igor Taruffi: “Nessuno vuole cancellare alcun soggetto dal registro del terzo settore e non ci sono rischi le associazioni di perdere benefici. Abbiamo comunque chiesto a Roma un’interpretazione della norma (la norma è di carattere nazionale)”. “Ovviamente, non è in discussione il ruolo dell’Udi”, conclude l’assessore.
(Cristian Casali)