“Quanto avviene in Iran ci insegna come siano pericolosi i regimi che tendono alla dittatura, non li si può liquidare come ‘incivili’ solo perché sono distanti da noi. Sono un monito che ci deve preoccupare perché colpisce tutto il mondo”.
Chiara Saraceno, docente di fama internazionale e Honory Fellow al College Carlo Alberto di Torino, è intervenuta oggi a Palazzo Malvezzi, nel corso del convegno organizzato dalla Conferenza delle Assemblee legislative e delle Province autonome in collaborazione con la Città Metropolitana di Bologna.
“L’Italia – ha detto – sconta ancora molte disparità di genere, disparità salariali e contrattuali che si aggravano in un contesto in cui, come fra i giovani, anche i coetanei maschi sono già più fragili rispetto alle generazioni precedenti. Purtroppo i numeri ci dimostrano che anche a parità di titolo di studio, laurea compresa, le donne sono svantaggiate: o non riescono a entrare nel mercato del lavoro o, quando vi entrano, sono pagate meno e trattate peggio”. Saraceno lega i temi dell’estensione dei diritti a quello della demografia, dimostrando, numeri alla mano, che realtà con forti reti di welfare e di prospettive sociali sono quelle che hanno meno problemi sul versante della natalità, invitando “i governi ad attuare politiche pubbliche che favoriscano la crescita dei diritti delle donne e l’occupazione femminile al fine di avere effetti positivi su tutta la società e la demografia: se l’Italia nei decenni passati avesse voluto promuovere una bassa demografia, avrebbe dovuto fare, per paradosso, esattamente le stesse politiche pubbliche che ha fatto”.
L’Italia descritta da Chiara Saraceno è un paese dove la regressione della sfera dei diritti sociali ha portato a un crollo della natalità e un impoverimento diffuso delle fasce più deboli. “Il lavoro povero è aumentato e ha colpito soprattutto le famiglie numerose e le donne. Bisogna invertire e invertire significa – spiega la docente – puntare sulla formazione, in primo luogo delle donne”.
I temi proposti da Saraceno sono stati in qualche modo anticipati nel saluto della Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna con delega al coordinamento sulla parità di genere della Conferenza delle Assemblee, Emma Petitti: “E’ necessaria condivisione e uniformità. Servono politiche pubbliche e interventi legislativi trasversali. Occorre investire sulla conciliazione dei tempi vita/lavoro. Prima ancora, dobbiamo continuare a promuovere un cambiamento culturale che combatta gli stereotipi di genere, i retaggi patriarcali e i divari sociali e territoriali. Occorre diffondere una cultura paritaria: possiamo fare tanto, dobbiamo lavorare insieme. In Emilia-Romagna abbiamo investito sulla rete del welfare e questo ha permesso di avere un tasso di occupazione femminile regionale più alto di quello nazionale”.
Per Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto e Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee, “l’attenzione per i diritti e la parità è molto importante, c’è ancora molta strada da fare ma l’impegno c’è. Lo dico qui, da Bologna, nella regione che per prima con una propria legge regionale affronta i problemi delle parità di genere. La politica nazionale italiana su questo tema avanza in modo zoppicante per via di antichi tabù. Parlare di parità di genere oggi vuol dire parlare di Iran, delle donne iraniane che lottano per la propria libertà: ho molto apprezzato le parole di condanna espresse dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ambasciatore dell’Iran in Italia, ma allo stesso tempo sono rimasto sgomento quando ho saputo che parte delle pallottole usate per sparare contro le donne che protestano in Iran sono prodotte in Italia”.
Il Sindaco metropolitano di Bologna Matteo Lepore ha ricordato come “per Bologna è molto importante ospitare la Conferenza delle Assemblee legislative, in quanto Bologna è una città che ha scelto la strada dei diritti, dallo ius soli all’impegno per la parità salariale uomo-donna. Purtroppo però in questo Paese le differenze e le diseguaglianze restano ampie, quindi è bene che ogni istituzione, ogni parte sociale si attivi per quanto di propria competenza per affrontare questi temi e risolverli: come società dobbiamo anche assumerci la responsabilità di fermare il costante quotidiano elenco di donne uccise od oggetto di violenze”.
Alla tavola rotonda “La dimensione di genere tra lavoro e modello di sviluppo” hanno partecipato Roberta Carlini, giornalista e ricercatrice all’European University Institute, Vincenzo Colla, assessore regionale dell’Emilia-Romagna allo Sviluppo economico, Maurizio Franzini, già docente di Politica economica alla Sapienza Università di Roma e Direttore di “Menabò di Etica e Economia”, Annamaria Simonazzi, già docente di Economia politica alla Sapienza Università di Roma, consigliera esperta del CNEL e presidente della Fondazione Giacomo Brodolini, e Pierluigi Stefanini, presidente di Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile e Fondazione Unipolis.
Il dibattito è proseguito con il panel su “Salute, welfare, sicurezza: una prospettiva di genere” con Vincenzo Antonelli, docente di Diritto amministrativo all’Università degli Studi dell’Aquila, Barbara Lori, assessora regionale dell’Emilia-Romagna alle Pari opportunità, Rita Biancheri, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Pisa, e Alessandra Carè, già responsabile del Centro di riferimento per la medicina del genere all’Istituto superiore di sanità. Sono intervenuti inoltre Federico Alessandro Amico, presidente della commissione per la Parità e per i diritti delle persone dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Simona Lembi, responsabile del Piano per l’uguaglianza della Città metropolitana di Bologna e Roberta Mori, consigliera regionale e coordinatrice nazionale delle commissioni Pari opportunità di Regioni e Province autonome.
Il convegno a Palazzo Malvezzi è stato preceduto ieri sera dall’Assemblea plenaria della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, ospite dell’Assemblea legislativa regionale in viale Aldo Moro a Bologna, durante la quale è stata condivisa una prima stesura di un documento sulle questioni inerenti la parità di genere in materia di salute e lavoro. L’obiettivo è di approvare il documento durante la prossima Assemblea plenaria del 17 febbraio. Nel frattempo i Presidenti sono al lavoro per approfondirne i contenuti e avanzare eventuali osservazioni nonché contributi aggiuntivi.
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