Parità, diritti e partecipazione

Parità. Sì della commissione a risoluzione Pd su donne svantaggiate sul lavoro

I dem chiedono di coinvolgere università e sindacati in progetti contro la ‘segregazione’ economica

La risoluzione a firma del Partito democratico che impegna la Giunta a sostenere progetti formativi o bandi rivolti alle donne in materia economico-finanziaria e gestione del risparmio, visto che in Italia le donne guadagnano in media il 23% in meno degli uomini e partecipano alla vita economica del Paese meno dei propri compagni o mariti, è stata approvata in commissione Parità, presieduta da Roberta Mori, con il voto a favore del Pd e di Silvia Prodi (Misto) e l’astensione di Michele Facci (Fdi).

“L’obiettivo- ha sottolineato Luca Sabattini, primo firmatario- è quello di porre l’attenzione sul tema delle disparità nel mercato del lavoro e sulle differenze di genere, soffermandosi anche sul tema della differenza di autonomia finanziaria. Il 21% delle donne nel Nord e Centro Italia non ha un conto corrente personale”.

“Una situazione con gravi conseguenze negative- secondo i consiglieri dem- che ridurrebbe il potenziale economico complessivo del Paese, aggraverebbe le condizioni di povertà femminile da sanare con misure assistenzialistiche, renderebbe molte donne non autonome ma succubi del potere altrui, sia esso finanziario tout court o del partner nel nucleo familiare, esponendole dunque più degli uomini a raggiri e truffe, a discriminazioni e violenze di genere domestiche senza via di uscita”.

Un tema “affrontato anche alla scorsa conferenza delle elette- ha spiegato la presidente Mori- in cui è emerso che spesso le donne accolte nei centri antiviolenza senza autonomia economica non riescono a emanciparsi”.

(Margherita Giacchi)

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