L’impatto di genere delle leggi regionali verrà valutato preventivamente per garantire il rispetto del principio di parità. Lo stabilisce il nuovo Regolamento approvato dall’Assemblea legislativa.
La disciplina prevede che venga esaminata la coerenza dei progetti di legge rispetto a precisi obiettivi fra cui: porre fine alle violenze basate sul genere e l’orientamento sessuale, contrastare gli stereotipi sessisti, colmare il divario di genere nel lavoro, promuovere la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, valorizzare il lavoro domestico e di cura non retribuiti, colmare il divario di genere in ambito retributivo. A tal fine, verrà individuato un nucleo di valutazione denominato Noi (Nucleo operativo di impatto) con il compito di verificare che le proposte normative rispettino il principio di parità.
“Questo strumento consente di prendere decisioni consapevoli”, ha sottolineato Roberta Mori (Partito democratico). “Il quadro di riferimento -ha continuato- è la legge regionale, di cui rafforziamo così gli obiettivi. Gli otto articoli di questo Regolamento rappresentano un lavoro rivoluzionario. Le leggi non sono neutre e per la loro efficacia occorre anche il rispetto di parametri paritari. Valutare ex ante evita costi sociali e incide sugli strumenti legislativi regionali”.
Critico Michele Facci (Lega): “Trovare il tempo di partorire certi provvedimenti dà l’impressione che non ci sia altro di cui preoccuparsi. Dovrà, inoltre, essere individuato un nucleo di valutazione che avrà il compito di intervenire sull’attività amministrativa e far sì che i progetti di legge contrastino le violenze e le discriminazioni di genere. Ma si tratta di obiettivi già previsti negli strumenti legislativi dello Stato. Di questo strumento non si sentiva la necessità: è superfluo”.
Maura Catellani (Lega) ha ricordato: “Già nel 2021 arrivammo alla prima approvazione che aprì le porte a questo Regolamento. Ma tutto ciò che è innovazione richiede investimenti, in un momento in cui gli investimenti potrebbero essere destinati altrove. Se il progetto è così rivoluzionario perché i portatori di interesse non sono stati sentiti? Guardavano con attenzione a questo nuovo strumento, che ha manchevolezze, e avrebbero voluto dire la loro”.
Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) ha sottolineato: “Il Regolamento assume l’aspetto di un unicum nel suo genere a livello europeo. Difficilmente misuriamo l’impatto delle leggi su noi stessi e ciò serve non solo ad avere un risultato al termine ma anche a mettere a fuoco alcune questioni. Ci mettiamo nelle condizioni di valutare errori ed è un supporto importante alle politiche. Oggi più che mai è necessario interrogarsi sull’efficacia delle politiche pubbliche”.
“Il voto di Europa Verde non può che essere positivo”, ha rimarcato Silvia Zamboni (Europa Verde) “perché il percorso nasce da una mia interrogazione con la quale avevo sollecitato l’introduzione di un sistema di analisi simile. Non mi risulta che uno strumento del genere esista in altre legislazioni. L’impatto di genere non va visto come qualcosa a favore solo delle donne ma, in maniera neutra, valuta chi sarà più vantaggiato o svantaggiato da un provvedimento”.
(Lucia Paci)