“La Giunta regionale prosegue nel 2017 l’attività di sostegno ai processi partecipativi attraverso diversi strumenti e azioni di intervento. Fra i principali si evidenzia il bando annuale per la concessione dei contributi, 320mila euro, che si intende approvare entro il mese di marzo, per progetti attinenti politiche di welfare, di salvaguardia dell’ambiente e sulla qualità dell’accesso ai servizi pubblici”. L’assessora al Bilancio Emma Petitti ha presentato in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Roberto Poli (in sostituzione di Massimiliano Pompignoli), il programma 2017 di iniziative per la partecipazione.
L’assessora è poi intervenuta sulla clausola valutativa relativa alla legge regionale sulla partecipazione: “in 5 anni sono stati presentati 386 progetti, di cui 345 hanno ottenuto la certificazione di qualità”. È rilevante, ha spiegato, “l’incremento che di anno in anno si registra rispetto al numero dei progetti finanziati (in totale, nel quinquennio, 92)”. Il numero maggiore di percorsi partecipativi avviati, ha aggiunto Petitti, “si riscontra nelle province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia”. Nel periodo 2012-2015, ha concluso, “sono stati coinvolti in percorsi strutturati di dialogo partecipato quasi 24mila emiliano-romagnoli. I cittadini hanno evidenziato un’opinione favorevole in merito all’esperienza vissuta e disponibilità a partecipare ad altre occasioni future”.
Il bilancio regionale ha stanziato per il primo avvio della legge (2012) la somma di 200mila euro, aumentando tale importo fino ad arrivare a circa 300mila euro nel 2016. Si mantengono elevati nel tempo i progetti in tema di territorio e ambiente, mentre invece i progetti certificati e finanziati interessati all’area welfare subiscono una flessione che li porta dal 40% registrato nel 2012 al 4% nel 2016.
Il documento che analizziamo oggi, ha rimarcato Silvia Piccinini (M5s), “è la descrizione di un fallimento; la legge va rivista, ci sono delle evidenti criticità”. In Toscana, ha poi sottolineato, “la legge sulla partecipazione funziona”. In Emilia-Romagna, ha concluso, “solo 24mila cittadini hanno preso parte a questi processi”.
“Complessivamente- è intervenuto Yuri Torri (Si)– i risultati sono positivi, in particolare per quanto riguarda l’incisività dei processi avviati e l’efficacia della legge”. La nostra legge, ha rilevato, “ha un’impostazione diversa rispetto a quella della Toscana, preminente è il ruolo degli amministratori pubblici”. È necessario, ha poi concluso, “evitare di far coincidere la partecipazione con una mera consultazione”.
I progetti non ammissibili, ha evidenziato Tommaso Foti (Fdi-An), “sono passati dai 4 del 2012 agli 11 del 2016”. Se andiamo a vedere, ha aggiunto, “i progetti certificati e mai avviati, sono il 74% nel 2014, mentre nel 2016 sono stati finanziati 23 progetti”. Sarebbe interessante, ha concluso, “capire il costo di tutto l’apparato che si occupa di partecipazione rispetto ai fondi erogati per i progetti”.
È particolarmente utile, ha ribadito Luca Sabattini (Pd), “mettere a disposizione delle comunità servizi di tutoraggio alla partecipazione e professionalità per gestire questi percorsi, al pari dei finanziamenti”.
Lascia perplessi, ha infine sottolineato Stefano Bargi (Ln), “il dato, non certo positivo, sui progetti non sostenuti finanziariamente”. Se un cittadino partecipa a questi percorsi, ha infine evidenziato, “si attende che la sua opinione venga presa in considerazione”.
Il programma 2017 è stato approvato dalla commissione con il sì di Pd e Sel, astenuti Ln, M5s e Fdi-An. Yuri Torri è stato nominato relatore di maggioranza del provvedimento.
(Cristian Casali)