Parità, diritti e partecipazione

PARTECIPAZIONE. NO ASSEMBLEA ER A RISOLUZIONE SU BARATTI AMMINISTRATIVI E PATTI DI SERVIZIO TRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONI IN CAMBIO DI BENEFICI TRIBUTARI O SERVIZI

Pd: “Molte le iniziative dal basso già attivate con la legge regionale sulla partecipazione e sui benefici tributari manca una norma nazionale chiara”. Ln: “Coinvolgere i singoli e non le associazioni”. Sel: “Principi condivisibili ma già presenti in disposizioni regionali”. M5s: “Così la Regione dice no ai tanti Comuni che si stanno attivando”

No dell’Assemblea legislativa a una risoluzione del M5s (primo firmatario Andrea Bertani) che, in tema di partecipazione, chiedeva la promozione di forme di scambio tra cittadini e amministrazioni, iniziative conosciute come “baratti amministrativi” tra cittadini o associazioni e enti pubblici in cambio di eventuali riduzioni o esenzioni tributarie o, ancora, di “patti di servizio” (nel caso di soggetti beneficiari di indennità o prestazioni legate al welfare) per assicurare rapporti di reciproco vantaggio fra le parti. Ha votato contro il documento il Pd; favorevoli M5s, Ln, Fi Fdi-An; astenuta Sel.

Bertani (M5s) ha sottolineato come “siano numerose le realtà comunali che si stanno muovendo su questo terreno, ma con difficoltà dovute ad alcune lacune normative che non sempre rendono facilmente applicabili queste pratiche partecipative e di scambio tra i cittadini e le amministrazioni”. Per questo, ha detto, “chiediamo che la Regione sostenga questi strumenti e fornisca un supporto per agevolarne l’applicazione. Ad esempio- ha proseguito- nel caso dei cosiddetti ‘baratti’ bisognerebbe estendere a settori diversi dalla tutela e valorizzazione del territorio l’ambito di applicazione previsto dalla norma nazionale, ricomprendendo anche ambiti di attività di natura sociale, educativa e culturale”.

A sostegno del documento anche Massimiliano Pompignoli (Ln), il quale ha anche sottolineato “la necessità di una norma nazionale che regoli le prestazioni corrispettive tra cittadini e enti con una precisa definizione di criteri che dovrebbero prevedere il coinvolgimento dei singoli e non delle associazioni, per evitare il rischio che queste possano insinuarsi per ottenere sconti”. Su questo i Comuni “devono fare attenzione”.

Contraria all’atto proposto Roberta Mori (Pd), perché, ha chiarito, “si tratta di una risoluzione che mette insieme temi importanti e innovativi in un ‘melange’ che non tiene conto di misure già predisposte dalla Regione, come la legge sulla partecipazione, con l’importante osservatorio che tiene monitorati i processi che nascono sui territori, o il Patto per il lavoro, che riveste un ruolo decisivo per sostenere le politiche attive in tema di occupazione”. Ogni “regolamento imposto dall’alto- ha proseguito- potrebbe ostacolare il processo dal basso che la norma nazionale intende sostenere. È necessario rispettare le autonomie locali, che meglio conoscono le esigenze e le realtà dei loro territori. Compito della Regione è monitorare le esperienze locali. No quindi ad un regolamento, perché i termini regolamentari che la Regione potrebbe mettere in campo in questo momento potrebbero risultare un intervento prematuro e un po’ forzato”, ha concluso.

Per Yuri Torri (Sel) il documento presenta “principi apprezzabili e condivisibili, principi però già in parte presenti in disposizioni regionali, ad esempio nella legge regionale sulla partecipazione, sulla quale a breve, come prevede la clausola valutativa, è previsto un avvio di valutazione delle misure fin qui attuate”. Esiste poi “un protocollo recentemente siglato dall’Assemblea e dall’Anci su partecipazione e legalità”. Dunque, “un quadro che già comprende il monitoraggio delle esperienze e il bilanciamento tra la necessaria autonomia degli enti locali la presenza di regole certe e omogenee sui territori”.

“Il principio ci interessa- ha ribadito Giuseppe Boschini (Pd)- ma con questa formulazione il nostro voto è negativo, perché la risoluzione mette insieme strumenti diversi quali sono i patti di servizio e i baratti amministrativi: nel primo caso- ha spiegato- è la Pubblica amministrazione che chiede al cittadino, nel secondo si tratta di una iniziativa senza obbligo e volontaria. Inoltre- ha aggiunto riferendosi a due emendamenti presentati dallo stesso Bertani (poi respinti a maggioranza)- le modifiche proposte finiscono per essere peggiorative”. Per quanto riguarda poi lo scambio amministrativo sui tributi, “manca una norma nazionale che detti con chiarezza le modalità di estinzione tributaria”.

“Dicendo no a questa risoluzione, che poteva anche essere migliorata con eventuali proposte di emendamento- ha replicato Bertani– diciamo no ai Comuni che si stanno attivando, e ci dispiace che la Regione non prenda l’impegno a sostenere queste pratiche”.

Il testo respinto intendeva impegnare la Giunta “a promuovere, anche con il coinvolgimento del Cal, un programma di interventi realizzabile sia direttamente da parte della Regione sia nell’ambito dell’autonomia degli Enti locali per favorire la partecipazione attiva dei cittadini a progetti di interesse pubblico o generale, l’adozione di ‘scambi a reciproco vantaggio’ e di ‘scambi amministrativi’ fra enti pubblici e soggetti percettori di indennità o fruitori di servizi ovvero soggetti che risultino possibili destinatari di riduzioni di tributi o di sanzioni”. Tra l’altro, la risoluzione M5s prevedeva di “assicurare l’efficacia e la consapevolezza del ricorso al patto di servizio, nel caso di soggetti percettori di indennità, prestazioni o servizi riconducibili al welfare, attraverso la reale promozione da parte dei servizi pubblici per il lavoro di esiti occupazionali positivi ed esigibili” e di “promuovere opportunità, anche virtuali, di scambio di esperienze, di regolazione, di buone prassi, di supporto progettuale in materia” e a “definire schemi di disciplina adottabili in ambito locale”.

(is)

 

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