Dopo la consegna dell’ultima versione del progetto di Passante Nord a Bologna da parte di Autostrade per l’Italia, la Regione ha sviluppato “un approfondito confronto” con i singoli Comuni, la Città metropolitana e la stessa società concessionaria di costruzione e gestione di autostrade. L’assessore Raffaele Donini ne ha dato conto nel pomeriggio di oggi in commissione Territorio, presieduta da Manuela Rontini, ricapitolando i dati di fatto e le prospettive immediate.
La Regione, ha spiegato l’assessore, “aveva espresso interesse alla realizzazione dell’opera, riservandosi di valutare il tracciato definitivo, le soluzioni trovate ai rilievi dei Comuni direttamente interessati, la banalizzazione del tratto urbano della A14 e la previsione di consistenti opere di adduzione per decongestionare la rete viaria bolognese”. Allo stesso tempo, ha proseguito, “è consapevole della delicatezza della questione e della sua rilevanza strategica: ogni giorno, in media, transitano 151.285 veicoli, di cui 26.000 pesanti, sommando la Tangenziale di Bologna con il tratto urbano della A14, fra Casalecchio e San Lazzaro”. La necessità di “irrobustimento infrastrutturale è dettata anche dal fatto che fra dieci anni si prevedono almeno 170.000 veicoli al giorno, a fronte delle prospettive di crescita dell’Aeroporto Marconi e di nuovi progetti come Fico”. Donini ha ricordato che “il Passante Nord avrebbe una capacità di circa 50.000 veicoli al giorno, fra cui tutti i mezzi pesanti, ma l’ultimo tracciato elaborato da Società Autostrade, fra Zola Predosa e San Lazzaro, evidenzia come molti dei problemi sollevati dai Comuni non siano stati risolti, dunque questa soluzione progettuale non può essere condivisibile dalla Regione”. Inoltre, “sono stati compiuti passi avanti sulla banalizzazione, ma ancora insufficienti”. Discorso analogo vale per le opere di adduzione, necessarie a decongestionare la viabilità esistente.
Ad Autostrade, ha concluso Donini, “si è chiesto di valutare un progetto alternativo: l’ampliamento in sede di A14 e Tangenziale, con tre corsie più quella di emergenza per ogni senso di marcia. Alla Regione- ha sottolineato- pare che questa sia un’alternativa possibile, anche perché il Ministero ha sempre confermato che i fondi già stanziati sarebbero compatibili con questa soluzione”.
Giuseppe Paruolo (Pd) ha espresso la sua condivisione con l’ipotesi dell’allargamento in sede di A14 e Tangenziale. Considera “positivo l’abbandono del progetto del Passante Nord, ma adesso diventa necessario un impegno bipartisan per mantenere a Bologna gran parte dei finanziamenti stanziati per quell’opera”. Per il futuro, ha chiesto “di valutare anche pareri esterni a Società Autostrade sull’effettivo impatto trasportistico delle opere progettate, così da evitare conflitti di interesse”.
“È un dibattito lungo 15 anni, quello sul Passante Nord, nel quale chi ha sempre governato, il Pd, ha definito l’opera indispensabile”, ha detto Daniele Marchetti (Ln). “Al contrario, la Lega ha sempre contestato il Passante Nord e sostenuto la necessità di opere a minor impatto, con costi inferiori e realizzabili in poco tempo. Finalmente si sta abbandonando un progetto sbagliato- ha concluso- ma si sono persi 15 anni, il problema della mobilità si è aggravato e la responsabilità ricade su chi ha governato la Regione il suo capoluogo”.
Per Silvia Piccinini (M5s), “l’assessore Donini avrebbe dovuto pronunciare parole più chiare e inequivocabili sul fatto che il Passante Nord è stralciato dall’elenco delle opere considerate strategiche dalla Regione”. Invece, “la retromarcia le appare parziale e ambigua”. Perciò “chiede alla Regione di chiarire quali saranno l’iter e i tempi del nuovo studio di fattibilità, e nel frattempo rendere noto quali sono stati i costi sostenuti finora per tante progettazioni rimaste sulla carta”.
Nel momento in cui il sindaco di Bologna dichiara che il Passante Nord è un capitolo chiuso, “la Regione non può certo riaprirlo”, ha detto Galeazzo Bignami (Fi). A suo parere, “i margini di trattativa con Autostrade per l’Italia sono ormai esauriti e la Regione si trova a gestire una situazione imbarazzante, consapevole, senza dirlo, che quei finanziamenti andranno perduti; la società non investirà certo sul tram, come sembra credere il sindaco di Bologna, che insieme ai sindaci degli altri Comuni ha fornito una perfetta via di fuga a un soggetto che non è mai stato particolarmente interessato a realizzare il Passante Nord”.
“Il tema del nodo di Bologna non riguarda solo Bologna, né solo i 10 Comuni direttamente interessati dal percorso del Passante Nord, né solo la Città metropolitana”, ha detto Roberto Poli (Pd). “Si tratta di un problema di valenza regionale e nazionale, dunque le scelte dovrebbero essere compiute con questa consapevolezza, nelle sedi più opportune, senza indulgere a visioni ristrette, svuotando di significato la stessa Città metropolitana. Ora- ha auspicato- va scongiurato il rischio di innescare un effetto a catena, non risolvendo il problema e perdendo i finanziamenti”.
“La nota, annosa contrarietà” del suo Gruppo al Passante Nord è stata ribadita da Igor Taruffi (Sel). “Finalmente- ha affermato- e tardivamente, le ragioni della critica di Sel vengono riconosciute. Per evitare colpi di scena e calcoli elettoralistici o, peggio, una crisi di credibilità del sistema istituzionale, serve al più presto un nuovo Piano regionale dei trasporti (Prit). Va accelerata la discussione su quali infrastrutture sono davvero strategiche e prioritarie. Dopo il pronunciamento dei sindaci sembra non esserci più margine per discutere del Passante Nord, ma fra sei mesi, dopo le elezioni, qualcuno potrebbe riaprire la questione. Servono parole chiare- ha concluso- per anni si è detto che quelle risorse non erano trasferibili ad altre infrastrutture, oggi non si può far credere il contrario”.
Tommaso Foti (Fdi-An) ha ricordato il voto negativo dell’Aula su una sua risoluzione presentata a marzo e discussa a giugno, “quando il Pd diceva l’esatto contrario di quanto dice oggi. Lo stesso Bonaccini ha più volte dichiarato la necessità del Passante Nord, ma non meravigliano i capovolgimenti di opinione sulle grandi opere, ora che Renzi dice di volere il Ponte sullo Stretto”. In realtà, secondo il consigliere, “la Giunta fa finta di non sapere che le risorse stanziate per il Passante Nord sono vincolate, non trasferibili, e forse lo stesso assessore Donini non ha definitivamente rinunciato al progetto. Ma in questa fase, il Pd ha bisogno di togliere un tema spinoso dal tavolo, in vista della prossima scadenza elettorale. È una scelta politica legittima, ma fa mancare 1,3 miliardi di euro alla realtà bolognese”.
Per Paolo Calvano (Pd), “l’assessore ha correttamente gestito il suo mandato e la necessaria interlocuzione con gli Enti locali. Dai Comuni più direttamente interessati al tracciato del Passante Nord, sono state evidenziate forti criticità, che l’ultimo progetto non risolve. La stella polare della Regione era e rimane la necessità di trovare la soluzione migliore alla congestione del nodo di Bologna”. I dati sui veicoli che attraversano Tangenziale e A14, ha proseguito, “rendono chiaro che non si può restare fermi, e occorre verificare la fattibilità e l’efficacia della soluzione alternativa al Passante Nord, su cui la Regione intende aprire il confronto”.
Alan Fabbri (Ln) ha sottolineato come, “dopo quasi 15 anni trascorsi a discettare su progetti altisonanti, il Pd, vittima dell’insanabile conflittualità che anima le sue correnti, per bocca del sindaco Merola, per motivi elettorali quanto mai sensibile alle esigenze del consenso popolare, boccia anche il Passante Nord, arrivando addirittura a proporre, quale soluzione alternativa al gravoso problema della viabilità del nodo bolognese, il progetto proposto da molti anni da un semplice comitato locale. È giunto il momento- ha affermato il consigliere rivolto all’assessore Donini- di fissare un limite temporale massimo per decidere in modo definitivo quale soluzione adottare riguardo al Passante Nord”.
Nella replica, l’assessore Donini ha ricordato come il nodo autostradale e tangenziale di Bologna “sia complesso, per la sua valenza regionale e nazionale”. Dal punto di vista della Regione, parlare di “nodo bolognese della viabilità e della mobilità significa legare insieme opere infrastrutturali come il servizio ferroviario metropolitano (Sfm), il Passante Nord, il People Mover, il nodo di Rastignano e quello di Casalecchio di Reno”. In questo ambito, “la Giunta Bonaccini sta operando con concretezza, ha avviato i lavori a Rastignano e a Casalecchio, sta per cantierare il People Mover e ha dato il via alla nuova linea ferroviaria Porrettana per completare il Sfm, che potrà beneficiare a breve dei primi treni derivanti dall’espletamento della gara per il rinnovo del materiale rotabile”. Riguardo al Passante Nord, “la posizione della Regione è sempre stata coerente: se il progetto preliminare, consegnatoci da Autostrade a ottobre, è fattibile, l’opera si fa, altrimenti occorre prendere in considerazione l’alternativa dell’allargamento in sede dell’autostrada e della tangenziale, oltre al completamento della complanare sud e la realizzazione delle opere cosiddette di adduzione”. Dal confronto con i sindaci dei Comuni interessati, “è emersa una contrarietà al progetto, che, per molti versi, appare addirittura peggiorativo del precedente”. Pertanto, ha chiuso l’assessore, “la Regione chiederà alla società Autostrade, che finanzia e realizza l’opera, di valutare in tempi rapidi la fattibilità di tale progetto alternativo”. Infine, in merito alla presentazione del Prit, “l’impegno della Giunta è di presentarlo entro il primo anno di mandato, nei primi mesi del 2016”.
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