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Patto per il lavoro e il clima. Bonaccini: “Ripartiremo dall’occupazione”. Le opposizioni: “Solo una bella cornice”; il Pd: “Siamo un modello”

Illustrazione del presidente in Aula. Fra i temi quello della transizione ecologica. M5s: “A disposizione per collaborare”. Lega: “Ci si è dimenticati delle grandi infrastrutture”, Fdi: “Patto lontano dal cittadino”. Ev: “Strada complessa”. ER Coraggiosa: “Si può uscire dalla crisi”

Non è questo il tempo nel quale avremmo pensato di collocare il nuovo Patto per il lavoro e il clima, ma in questa cornice dovremo ripartire e sono fiducioso”. Con queste parole il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini ha aperto il dibattito in Aula sulle “nuove sfide” che la regione dovrà affrontare per “ripartire nel modo giusto”, all’altezza delle aspettative dell’Emilia-Romagna. “Siamo una regione con un grande export di merci di qualità ed eccellenze e attiriamo turisti. Ora non possiamo farlo più ma anche nella pandemia stiamo reagendo bene, – spiega il presidente. – E’ importante però tenere insieme il valore della ripresa economica con quello della qualità della vita e quindi dei servizi”. Il nuovo Patto per il lavoro per il clima dovrà ripartire dal lavoro. “Vogliamo arrivare alla piena occupazione, e che sia di qualità, soprattutto per i giovani e le donne, vogliamo riportare i ‘neet’ (giovani che non studiano e non lavorano, ndr) sotto al 10 per cento”. Per questo è necessario, secondo il presidente, continuare a puntare sul “welfare e garantire l’accesso ai servizi, alla conoscenza, partendo dai nidi d’infanzia che sono le nostre eccellenze”. Altro tema del Patto, quello della transizione ecologica. “Quante altre Nonantola vedremo?- continua Bonaccini, facendo riferimento all’alluvione dei primi di dicembre del 2020-. Le piene sono sempre più violente, per questo dobbiamo costruire strumenti adeguati alla fragilità del nostro territorio”. Tra gli obiettivi fissati dal patto, l’ulteriore riduzione dei rifiuti riciclati, 4 milioni e mezzo di alberi in 5 anni, 600 chilometri in più di piste ciclabili al 2025, la riduzione del 20 per cento del traffico motorizzato nei prossimi 4 anni, e più risorse per la mobilità sostenibile nel bacino padano. “Queste sfide ora ci servono – conclude Bonaccini -perché abbiamo bisogno di ricucire il nostro territorio, ripensando al lavoro che tiene insieme i servizi e facendo investimenti legati alla svolta green delle nostre imprese”. Per il capogruppo della Lega Matteo Rancan, la speranza è che “le due parole che danno il nome a questo patto, il lavoro e il clima, siano due capisaldi in grado di andare insieme senza rallentarsi a vicenda. Leggiamo molte volte la parola ‘sviluppo sostenibile’. Non dobbiamo dimenticarci però anche solo lo sviluppo. Pensavamo potessero essere previsti bandi a chilometro zero per le nostre imprese, dando più risorse a fondo perduto”. Inoltre, secondo Rancan, ci si è dimenticati di una cosa fondamentale: “Le grandi infrastrutture, che sono un punto imprescindibile se vogliamo ragionare sull’asse imprenditoriale e produttivo. E mi spiace che non sia citata la logistica piacentina”. Per Silvia Piccinini (Movimento Cinque Stelle) la vera novità di questo patto è la lettera ‘E’, inserita tra lavoro e clima. La cosa importante è che “non siamo di fronte a due patti, ma a uno solo che non è imprescindibile. Fino a poco fa le politiche per il lavoro e quelle per l’ambiente erano pensate in maniera distaccata. Questo patto, oggi, diventa la cornice in cui all’interno devono essere inseriti ancora molti contenuti, serve ancora applicare un’azione concreta. Ma noi siamo a disposizione per collaborare”. “Questo patto è condivisibile al 90 per cento. Insomma, una bella cornice ma se dentro ci mettiamo uno scarabocchio, non è utile a nessuno- provoca in Aula Marco Lisei (Fratelli d’Italia). Secondo il consigliere gli obiettivi fissati nel Patto sono importanti, ma lontani dai cittadini. “Il cittadino comune non sa cosa siano green deal o gap generation, facciamo fatica a raggiungerlo con questi documenti che sottoscriviamo – critica Lisei – per il quale sarebbe importante rendere più chiare le strategie”. D’accordo anche il collega del gruppo Fdi, Giancarlo Tagliaferri, secondo il quale il Patto manca di concretezza. Al suo interno “solo belle promesse per suscitare sensazioni positive”. Ma il consigliere invita a chiudere “il libro dei sogni” perché la realtà si scontra con il mondo immaginato. “Tutti sono a favore dello sviluppo sostenibile ma qui non si dice come si possono ottenere questi obiettivi”. Per la capogruppo del Partito democratico Marcella Zappaterra “stiamo rispettando la tabella di marcia della visione del futuro di questa regione, oltretutto nel bel mezzo di una pandemia: non è scontato. Questo Patto è un modello, non dobbiamo essere troppo modesti. Ci sono obiettivi che possono essere attuati e raggiunti, si fissa l’obiettivo per il futuro dei cittadini. È un patto importante anche per la parte di condivisione con le istituzioni e con le opposizioni”. Un “approccio positivo” quello di Marco Mastacchi di Rete Civica: “Un documento importante e ancor di più in un periodo di grandissima incertezza. Positivo che il presidente voglia confrontarsi con noi sulla verifica degli obiettivi e che abbia intenzione di ascoltare le nostre osservazioni”. Un ‘neo’, però, riguarda l’ambiente: “È un documento che va bene se si pensa alla pianura, ma non va bene per la montagna. Serviva ascoltare i territori e programmare i fondi sulla base di esigenze ampiamente segnalate”. “Dentro questa cornice manca una parola che è libertà” – punta il dito la consigliera di Forza Italia, Valentina Castaldini -secondo la quale non bisogna dimenticare questo 2020 perché altrimenti “ci si arrende all’inutilità”. “La nostra regione- continua- dovrebbe puntare con fierezza al 100 per cento degli obiettivi in tempi brevi e se le altre regioni non corrono, non può essere un esimente”. £Le politiche passive del governo ci hanno abituato ad accontentarci di poco, noi invece dobbiamo dare il massimo con la nostra amministrazione, investendo più che mai nella formazione” conclude Castaldini. Per la lista Bonaccini “la politica non deve giocare in difesa – dice Giulia Pigoni – e per far sì che ci siano posti di lavoro e qualità della vita occorre avere il coraggio di confrontarsi, trovare soluzioni, innovare, investire ed evolvere. Abbiamo l’obbligo di guardare lontano e di arrivarci. Questo non è un patto scritto sulla pietra, quindi ottima l’idea di un aggiornamento semestrale”. E per Stefania Bondavalli è fondamentaleoccuparsi “dell’emergenza climatica, visti gli evidenti cambi climatici a cui ormai assistiamo. La seconda sfida è relativa al digitale. Ma sicuramente c’è fiducia risposta nella regione, lo dimostra il fatto che in moltissimi hanno sottoscritto questo patto”. Nel parlare delle sfide da affrontare in campo ambientale, la consigliera di Europa Verde, Silvia Zamboni, riporta alcuni dati per sottolineare che “la strada da fare per raggiungere gli obiettivi prefissati è complessa. Nel 2035 dovremmo arrivare al 100 per cento di energia rinnovabile, nel 2017 la nostra regione arrivava solo al 13 per cento. Anche sulla riduzione di emissioni, abbiamo ridotto (dal 1990 al 2017) a -12 per cento e nel 2030 dovremo arrivare a -55 per cento”. Una strada complessa ma “percorribile grazie anche ai fondi europei”. Bene anche “le misure di sostegno ai lavoratori” e tutte le opportunità per creare “lavoro pulito (non inquinante) e stabile”. Da parte di Igor Taruffi (Emilia-Romagna coraggiosa) c’è soddisfazione perché “mettere insieme una società così composita, tutte le realtà d’impresa, i comuni fino alle realtà ambientaliste non è stato né scontato né facile. Questo è un documento che segna l’orizzonte che la società emiliano-romagnola guarda. La crisi sanitaria ha prodotto anche crisi economica e questo patto è un tassello che può segnare come si può uscirne”. “Ci impegneremo affinché le parole di questo patto diventino fatti – conclude la vice presidente Elly Schlein – che assicura “un monitoraggio costante con un percorso che fissi obiettivi intermedi che faremo vivere passo dopo passo”. Approvate tre risoluzioni, una a firma Lega, la seconda del Movimento Cinque Stelle e l’ultima sottoscritta da Pd, ER Coraggiosa, lista Bonaccini ed Europa verde che, nel complesso, chiedono di informare l’Assemblea e le commissioni riguardo all’attuazione e al monitoraggio del Patto e di coinvolgere più soggetti del mondo ambientalista nelle misure di attuazione. ”

 

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