La giunta intervenga per risolvere il problema della chiusura dell’ufficio postale di Gazzano di Villa Minozzo (Reggio Emilia) e avvii un confronto con Poste italiane.
La richiesta è contenuta in un’interrogazione del Partito democratico in cui si evidenziano le difficoltà di molti comuni dell’Appennino e si chiede “quali progetti siano attivi in regione per migliorare la connettività nelle zone appenniniche, nelle aree interne e in generale delle zone marginali della regione”.
L’ufficio postale in questione resta aperto solo due mattine la settimana, dalle 8.30 alle 11.45 (un totale di 10 ore e 30 minuti alla settimana), “con evidenti disagi per i residenti”. Dopo aver sottolineato l’importanza dell’ufficio postale nei piccoli centri e in montagna, il Pd definisce “illogica la scelta di Poste italiane di inserire nel piano razionalizzazioni gli uffici dei piccoli centri di montagna”. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, scrivono i dem, ha stabilito che “gli uffici postali in comuni con popolazione residente inferiore a 500 abitanti, ove sia presente entro 3 km un ufficio limitrofo aperto almeno tre giorni a settimana, osservano un’apertura al pubblico non inferiore a due giorni e dodici ore settimanali”.
La ratio di un servizio universale, conclude il Pd, “è quella di assicurare l’accessibilità ad un set minimo di prestazioni essenziali anche in situazioni di mancato equilibrio economico (scarsa domanda) che resterebbero escluse dalle dinamiche di mercato”. La Ue, intervenendo sul servizio postale, ha affermato che il beneficio per chi abita in montagna o in zone remote “ha implicazioni in termini di inclusione e coesione sociale, nonché di integrazione degli operatori nell’economia nazionale/globale”.
(Gianfranco Salvatori)
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