Sanità e welfare

Pedofilia Modena. Assolti chiedono danni a psicologi e Ausl; Lega Nord: “Regione sarà parte civile?”

Fabbri e Bargi intervengono sulla vicenda che coinvolse famiglie della Bassa modenese, a cui vennero tolti i figli. Dopo l’assoluzione dalle accuse di reato di pedofilia, le famiglie hanno deciso di citare in giudizio gli psicologi di allora e l’Ausl di Modena

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Alan Fabbri (Lega)
Stefano Bargi (Lega)

La vicenda giudiziaria che ha investito alcune famiglie di Massa Finalese (Modena), coinvolte in quella che venne definita ‘Rete dei pedofili della Bassa modenese’ e assolte, dopo vari gradi di giudizio (“perché i fatti non sussistono” ndr), approda in Regione in forza di un’interrogazione presentata dai consiglieri della Lega Nord Alan Fabbri e Stefano Bargi.

La vicenda giudiziaria iniziò nel 1997: si sospettava che in una famiglia, già seguita da tempo dai servizi sociali e da un sacerdote, fossero avvenuti episodi di abuso su minori e il padre e il figlio appena maggiorenne vennero arrestati con l’accusa di pedofilia. Dei quasi venti bambini tolti dal Tribunale dei Minori di Bologna alle famiglie della Bassa modenese coinvolte nell’inchiesta, solo uno è stato restituito alla famiglia d’origine.

“Nel 2005- ricordano i consiglieri- il tribunale di Reggio Emilia ha assolto gli imputati ‘perché i fatti non sussistono'”, sentenza confermata dopo diversi gradi di giudizio, “mentre la parte civile appellante, cioè l’Ausl di Modena, è stata condannata al pagamento delle spese processuali”.

Secondo i leghisti, il caso ha messo in evidenza due fattori: “l’eccessiva facilità con cui il Tribunale di Bologna allontanava i bambini delle famiglie e l’approvazione della legge che favoriva il proliferare di centri spesso gestiti da persone non competenti”. Tanto che gli esponenti del Carroccio sottolineano come “l’Ausl di Modena avrebbe affidato l’incarico a persone neo laureate, con nessuna esperienza nel campo dell’infanzia e nemmeno iscritte all’albo degli psicologi, le cui ricerche costarono centinaia di migliaia di euro all’anno”. In più, sottolineano, “nei giorni scorsi alcune delle persone assolte- spiegano i consiglieri- hanno deciso di citare in giudizio gli psicologi di allora e l’Ausl di Modena”.

Per questo, Fabbri e Bargi chiedono alla Giunta regionale “se psicologici e assistenti sociali protagonisti della vicenda siano ancora alle dipendenze del servizio sanitario dell’Emilia-Romagna o svolgano altri incarichi di rilievo pubblico e, in questo caso, se non si ritenga opportuno, visto quanto emerso nella vicenda, che la Regione si costituisca parte civile, alla luce dell’ingente spreco di denaro pubblico, nella causa intentata contro l’Ausl di Modena dalle famiglie dei bambini allontanati”.

(Margherita Giacchi)

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