Potenziamento delle misure di vigilanza e repressione della pesca di frodo, maggiore sostegno alle associazioni di pesca sportiva, coinvolgimento dei comuni nei tavoli di consultazione locale e anche delle associazioni ambientaliste. Sono alcune delle richieste emerse nell’udienza conoscitiva convocata oggi in Assemblea legislativa dalla commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Giuseppe Paruolo, per raccogliere dalle categorie interessate osservazioni sul progetto di legge di modifica delle attuali norme per la tutela della fauna ittica e dell’ecosistema acquatico per la disciplina della pesca, dell’acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne (L.r. 11/2012).
Con questo progetto di legge – ha spiegato l’assessore all’agricoltura Simona Caselli – si adeguano le attuali norme in materia di tutela della fauna ittica e dell’esercizio della pesca nelle acque interne a quanto previsto nella legge di Riforma del sistema di governo regionale e locale (L.r. 13/2015) che ha assegnato alla Regione le funzioni di programmazione e pianificazione del settore e anche quelle amministrative. Mentre le attività di vigilanza e di applicazione delle sanzioni amministrative rimangono di competenza delle Province e della Città Metropolitana di Bologna. Accanto all’adeguamento legislativo il testo prevede interventi di semplificazione amministrativa, di armonizzazione delle procedure tra le varie amministrazioni e di rafforzamento del sistema sanzionatorio.
Per Massimo Rossi (Fipsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee e nuoto pinnato) il testo proposto “va fondamentalmente bene anche se è troppo buono. Il punto che più ci sta a cuore -ha detto- è la lotta al bracconaggio. Siamo regione virtuosa a livello nazionale in molti ambiti, vorremmo essere esempio anche in questo settore per incidere con le nostre proposte”. E in proposito ha chiesto di verificare quanti sono i pescatori professionali sul territorio regionale e che tipo di reddito abbiano.
Critico Sanzio Candeletti (ricercatore del Wwf) a giudizio del quale “negli interessi rappresentati nella proposta di legge manca l’ambiente”. A suo avviso “la riedizione a breve termine dell’attuale legge varata nel 2012 ha avuto motivazioni spesso squisitamente amministrative e non produrrebbe una effettiva tutela della fauna ittica. “I tavoli di consultazione sono fumosi– ha osservato– è sparita la rappresentanza delle associazioni ambientaliste e inoltre i finanziamenti sono scomparsi”.
Marco Grossi (Arci Pesca Fisa di Ferrara) ha ricordato le peculiarità del territorio ferrarese con 4000 km di canali messi periodicamente in secca per esigenze idrauliche da parte dei consorzi di bonifica, una realtà che “non viene citata nella legge”. Sui pescatori di professione – ha aggiunto – chiediamo monitoraggio e scrematura di chi finge e commercia quello che prende senza tracciarlo regolarmente. Il bracconaggio è favorito dalla mancanza di tracciatura del pescato e della filiera di vendita”. Mentre – ha suggerito- sarebbe utile introdurre anche per questo settore il prodotto certificato.
Per Giancarlo Tedaldi (Museo civico di scienze naturali di Meldola) il testo presentato è “una buona legge”. In considerazione del ruolo che hanno i Comuni sulla gestione del territorio Tedaldi ha proposto di inserire rappresentanti delle Unioni nei tavoli di consultazione locali. Altro suggerimento “condizionare” il rilascio della licenza di pesca alla frequentazione di un corso specifico.
I problemi degli allevatori ittici della provincia di Bologna sono stati segnalati da Lorenzo Mengoli in rappresentanza di un settore che si è fortemente contratto negli anni. Le aziende – ha riferito – subiscono ingenti danni provocati dagli uccelli ittiofagi senza poter essere adeguatamente rimborsate. Tra i più dannosi – ha ricordato – c’è il cormorano, che è una specie protetta. Con la Regione andrebbero concordati abbattimenti contingentati come previsto in passato dalla Provincia di Bologna.
Secondo Aldo Tasselli (Arci, esperto economia ittica) il testo proposto dalla Giunta rappresenta “un ottimo lavoro di base”. L’obiettivo è arrivare ad accordi di programma per una visione più proiettata al futuro che consideri gli aspetti ambientali. Per questo bisogna “prevedere risorse per le necessità dell’ecosistema”. E sul tema della vigilanza ha suggerito di sviluppare nuove guardie volontarie a fianco di quelle pubbliche.
Marzio Ciani (Fipsas Forlì-Cesena) ha chiesto “uno spiraglio” per inserire nella norma la possibilità di consentire la concessione di acque alle associazioni sportive come accade già in altre Regioni.
Enzo Savoretti (Arci Pesca E-R) ha richiamato il fondamentale ruolo dei volontari delle associazioni di pesca sportiva per la realizzazione dei Piani ittici regionali. “Chiedo sostegno – ha detto – altrimenti non ci saranno più le forze per far funzionare anche questa ottima legge”.
A fronte di “un giudizio positivo sulla legge”, Giacinto De Renzi (Legambiente Bologna) ha chiesto attenzione affinché ci sia una effettiva armonizzazione anche con la recente legge nazionale sul bracconaggio ittico che ha introdotto alcuni “reati contravvenzionali” per il contrasto della pesca di frodo. Un fenomeno – ha ricordato – che sta dilagando in tutto il bacino del Po.
Per Antonio Sangiorgi (Anbi associazione consorzi bonifica E-R) sul territorio esistono possibilità di realizzare convenzioni e avere mezzi e strutture.
Il tema dei finanziamenti alle associazioni è stato al centro anche dell’intervento di Enrico Corsini (Fipsas Modena). A fronte della decisione di non ritoccare il costo della concessione regionale, – ha suggerito – si dovrebbero cercare altre forme di contribuzione grazie alle quali raccogliere risorse da investire nella pesca, perché “calano le risorse e non si riesce più a fare gli interventi”.
Sui tempi di approvazione del progetto di legge il relatore di maggioranza, Giorgio Pruccoli (Pd) ha preannunciato che il testo potrebbe arrivare in Aula verso fine febbraio in modo da consentire l’approvazione del regolamento attuativo subito dopo. “Stanno arrivando molti contributi che saranno considerati, dove ritenuti ammissibili, per completare il testo base della legge, un lavoro – ha detto – che faremo con il coinvolgimento di tutte le forze politiche nelle prossime settimane”.
Il relatore di minoranza, Marco Pettazzoni (Lega nord) ha confermato l’intenzione di arrivare ad un testo “il più possibile condiviso, anche se permangono delle perplessità”. La proposta in esame– ha detto– “è relativamente buona, ne condividiamo la ratio, ma è piuttosto timida sul fenomeno del bracconaggio sul quale si deve assolutamente fare di più”. Il consigliere ha quindi annunciato la presentazione di 13 emendamenti.
(Isabella Scandaletti)