Nella seduta odierna della commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Giuseppe Paruolo, è stata illustrata dall’assessore all’Agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli, la proposta legislativa di modifica delle norme regionali che regolano la tutela della fauna ittica e dell’ecosistema acquatico e la disciplina della pesca e dell’acquacoltura nelle acque interne. Inizia, quindi, il percorso legislativo del provvedimento, di cui sono stati nominati relatori Giorgio Pruccoli (Pd) e Marco Pettazzoni (Ln) rispettivamente di maggioranza e di minoranza. La prossima tappa, dopo la pausa natalizia, sarà l’udienza conoscitiva dei soggetti portatori d’interesse (stakeholder).
Le modifiche alla legge regionale vigente – ha spiegato l’assessore Caselli – sono dettate dalla necessità di adeguare le norme in materia di tutela della fauna ittica e dell’esercizio della pesca nelle acque interne al portato della legge di riforma del sistema di governo regionale e locale, che ha assegnato alla Regione le funzioni di programmazione e pianificazione nonché tutte le funzioni amministrative in materia ad esclusione delle attività di vigilanza e di applicazione delle sanzioni amministrative, rimaste di competenza delle Province e della Citta Metropolitana di Bologna. Non si tratta però – ha evidenziato l’assessore – di mero adeguamento legislativo, dato che si accompagna a interventi di snellimento normativo, di semplificazione amministrativa, di armonizzazione delle procedure e di rafforzamento del sistema sanzionatorio.
In sintesi, gli aspetti più significativi della proposta di legge: conferma del ruolo della Carta ittica quale strumento guida per la redazione del Piano ittico regionale, strumento di indirizzo politico quinquennale, e del Programma ittico regionale, strumento annuale di gestione; inserimento nella legge della storica classificazione regionale delle acque; ridefinizione della composizione e dei compiti della Commissione ittica regionale e delle Commissioni ittiche provinciali (ora Tavoli di consultazione locale); inasprimento sensibile e mirato di alcune sanzioni per contrastare ulteriormente il fenomeno dilagante del bracconaggio.
Enrico Aimi (Fi) ha chiesto maggiori dettagli sul fenomeno del bracconaggio e della pesca di frodo, che interessa in particolare il fiume Po, sollecitando la Regione a intervenire sul Governo e sulle autorità preposte al fine di accrescere l’attività di vigilanza e controllo e inasprire le pene.
L’assessore ha risposto che il contrasto al bracconaggio è obiettivo primario della Giunta regionale, tanto che è già intervenuta per sollecitare l’intervento delle forze dell’ordine e per inasprire le pene e le sanzioni amministrative, introducendo anche il sequestro dei mezzi e delle attrezzature. Inoltre, insieme alle altre Regioni attraversate dal Po, l’esecutivo regionale ha chiesto con forza al Governo misure più incisive di contrasto. Siamo di fronte – ha evidenziato Caselli – a un fenomeno malavitoso complesso, assolutamente da estirpare. Si tratta di bande criminali dell’Est Europa, già attive nel Delta del Danubio, che praticano la pesca con metodi violenti e altamente impattanti (ordigni esplosivi, scariche elettriche, reti di enorme dimensioni).
Andrea Bertani (M5s) ha chiesto di rivedere l’assegnazione del progetto di legge alla commissione Sport, ravvisando una più stretta competenza per l’esame della materia da parte della commissione Politiche economiche. La pesca nelle acque interne – ha rilevato il consigliere – non può continuare a essere inquadrata dall’Assemblea legislativa come mera attività sportiva.
(Luca Govoni)