Chiarire se esistano progetti relativi al porto di Ravenna che coinvolgano anche il ministero della Difesa israeliano e se, nel 2024, siano transitate armi o materiale bellico dal porto di Ravenna dirette a quello di Haifa, in Israele.
A chiederlo è un’interrogazione a firma di Giovanni Gordini (Civici), Eleonora Proni (Pd) e Niccolò Bosi (Pd).
“È interesse pubblico primario che le attività nei porti della regione si svolgano nel pieno rispetto della legalità nazionale e internazionale, dell’articolo 11 della Costituzione e degli impegni assunti dall’Italia a tutela della pace e dei diritti umani, garantendo, al contempo, la sicurezza di lavoratori e comunità locali”, spiegano i consiglieri. I proponenti, quindi, chiedono alla giunta “di attivarsi, nell’ambito delle proprie competenze e in raccordo con l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale, con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e con le autorità statali competenti, per verificare lo stato della partecipazione al progetto europeo ‘Undersec’, i suoi obiettivi tecnici e la coerenza etico-istituzionale della presenza del ministero della Difesa israeliano fra i partner alla luce dell’articolo 11 della Costituzione e sulla base degli indirizzi di politica regionale”. Infine, i consiglieri chiedono all’esecutivo regionale “di accertare la fondatezza delle notizie di stampa relative al presunto transito di armamenti, a fine giugno 2024, dal porto di Ravenna verso il porto di Haifa, e – più in generale – di eventuali transiti di materiale bellico nei porti dell’Emilia-Romagna”.
Civici e Pd, dunque, vogliono che la Regione garantisca la massima trasparenza, rispetto della legalità e tutela dell’immagine del sistema portuale regionale.
(Luca Molinari)



