Sanità e welfare

POVERTÀ. “REDDITO DI SOLIDARIETA’”, PARERE POSITIVO IN COMMISSIONE SUL PROGETTO DI LEGGE PD E SEL

Destinatari dell’intervento, per un massimo di 12 mesi e di 400 euro mensili, le famiglie in situazioni di povertà assoluta, impossibilitate a procurarsi beni di prima necessità

Parere positivo, in sede consultiva, della commissione Cultura sul progetto di legge Pd e Sel che intende istituire a livello regionale il “reddito di solidarietà”. Voto favorevole dei consiglieri Pd e Sel, astenuti Lega nord e M5stelle. L’esame del provvedimento – primo firmatario Igor Taruffi (Sel), relatore Stefano Caliandro (Pd) – proseguirà nella commissione referente (Politiche per la salute e Politiche sociali).

Caliandro ha illustrato le priorità, affermando che l’obiettivo è “aiutare le famiglie che non sono in grado di procurarsi beni di prima necessità, quelle in situazioni di povertà assoluta”. I beneficiari, infatti, vengono identificati nei nuclei familiari, anche unipersonali, con un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 3.000 euro. Il relatore ha poi evidenziato che si tratta di un intervento pragmatico e non velleitario, di cui la Regione garantisce la sostenibilità.

Per Igor Taruffi, questo progetto di legge concretizza quanto affermato nella risoluzione approvata dall’Aula nel 2015. “I potenziali beneficiari si possono stimare fra i novanta e i centomila, persone e famiglie in condizioni di estrema povertà”, e l’impegno della Regione dovrà essere strutturale e costante nel tempo.

Infine, il presidente della commissione Giuseppe Paruolo ha sottolineato che si tratta di un “provvedimento mirato, temporaneo, finalizzato ad aiutare le persone e far sì che possano camminare sulle proprie gambe”. L’articolo 4 del progetto di legge stabilisce che l’ammontare massimo mensile del reddito di solidarietà sia pari a 400 euro per nucleo familiare, e che l’intervento della Regione non sia superiore a dodici mesi, superati i quali il sostegno non potrà essere richiesto se non trascorsi almeno sei mesi”. Non si tratta quindi di un intervento assistenziale,- ma di “un vero e proprio patto tra erogatori e beneficiari: a fronte della corresponsione del contributo economico, ci deve essere uno specifico impegno del nucleo familiare a perseguire progetti di inclusione sociale e lavorativa”.

In precedenza, era stata abbinata a questo pdl una proposta di legge depositata dal Movimento 5 stelle, primo firmatario Giulia Gibertoni, che prevede una serie di misure regionali denominate “Reddito di cittadinanza”. Si tratta di un insieme di misure costituite da servizi ed azioni dirette all’inserimento occupazionale e da indennità economica temporanea di contrasto della povertà e dell’esclusione sociale, rivolte ai soggetti più esposti al rischio di marginalità sociale e lavorativa. Fra l’altro, questo documento prevede che le risorse finanziarie siano fissate da un apposito fondo regionale alimentato sia dalle riduzioni di spesa, che dall’utilizzo dei fondi Ue destinati al contrasto della povertà e allo sviluppo dell’occupazione.

(Rudi Ghedini)

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