Vietare qualsiasi trattamento di dati biometrici, comprese le immagini facciali, utilizzato da soggetti pubblici e privati, che possa portare a una sorveglianza di massa negli spazi pubblici.
A chiederlo, con un’interrogazione rivolta al governo regionale, è Giulia Gibertoni (Misto), che, in particolare, richiede, nella gestione della videosorveglianza, di tenere conto del regolamento generale sulla protezione dei dati relativamente alla privacy delle persone, redatto dall’Unione europea.
La consigliera vuole quindi sapere dalla Regione Emilia-Romagna “se possa escludere che gli impianti di videosorveglianza finanziati (anche solo in parte) dal 2014 a oggi possano essere utilizzati come sistemi evoluti di videosorveglianza suscettibili di raccolta di dati personali in spazi pubblici”.
Gibertoni rilava che “recentemente, il 6 ottobre scorso, il Parlamento europeo ha preso, per la prima volta, una posizione ufficiale contro l’uso dei sistemi di riconoscimento facciale negli spazi pubblici, al fine di tutelare il rispetto della privacy, con una risoluzione in cui si chiede il divieto di qualsiasi trattamento di dati biometrici, nonché la sospensione di qualunque finanziamento diretto alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie biometriche o di programmi che possano portare alla sorveglianza di massa indiscriminata degli spazi pubblici”.
La capogruppo, nel rilevare che la Regione Emilia-Romagna da anni finanzia i sistemi di videosorveglianza dei comuni del territorio regionale, chiede quindi di tenere conto di questi principi collegati alla privacy delle persone.
(Cristian Casali)