Ambiente e territorio

Protezione civile: in Commissione parere favorevole al bilancio previsionale 2026-2028

Circa 210 milioni di trasferimenti, dalla Regione all’Agenzia, per la manutenzione dei corsi d’acqua. Finanziato dal governo, per circa un miliardo di euro, il programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico

Ammontano a circa 210 milioni di euro per il triennio 2026-2028, i trasferimenti regionali all’Agenzia per la protezione civile: 70,4 milioni per il 2026, 73,2 milioni per il 2027 e 66,2 milioni per il 2028, salvo ulteriori variazioni di bilancio che dovessero rendersi necessarie. Fondi che, oltre a finanziare il funzionamento dell’Agenzia, saranno impiegati per attività di prevenzione dei rischi, per la gestione delle situazioni di emergenza, per la messa in sicurezza del territorio, per la difesa del suolo e della costa, per l’erogazione di contributi a privati danneggiati da calamità. L’Agenzia potrà gestire anche ulteriori trasferimenti statali derivanti da emergenze di rilievo nazionale, oltre a svolgere l’importante opera di programmazione per la messa in sicurezza di fiumi, frane e costa. Nel 2025, infatti, sono stati programmati interventi per circa 273,8 milioni di euro, mentre per il 2026-2028 le risorse di questa programmazione ammontano a circa 171 milioni.

Sono i numeri emersi nel corso delle commissioni congiunte Territorio e Bilancio, presiedute rispettivamente da Paolo Burani e Annalisa Arletti, che si sono espresse all’unanimità a favore del bilancio previsionale dell’Agenzia, in vista del passaggio in Aula.

“Si tratta di un bilancio che conferma o aumenta le risorse annuali rispetto al 2025 – spiega la sottosegretaria Manuela Rontini -, quando già era stata fatta la scelta politica di raddoppiare le risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d’acqua. Inoltre, abbiamo deciso di stanziare 10 milioni di euro di risorse proprie per anticipare le fasi di progettazione, nell’ambito del programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, finanziati dal governo per circa un miliardo di euro”.

Il direttore generale dell’Agenzia, Massimo Camprini, ospite della commissione, ha posto l’accento sul processo di riorganizzazione che vedrà la fusione, in un’unica Agenzia, tra l’Agenzia per la ricostruzione e l’Agenzia per la protezione civile. È stato ribadito, inoltre, che la gestione dei fiumi avverrà nel loro insieme, programmando gli interventi lungo tutta l’asta fluviale e superando gli attuali confini provinciali. Camprini ha ricordato anche l’importante rete di volontariato, a oggi composta da oltre 430 organizzazioni e da quasi 17mila volontari operativi.

Un bilancio previsionale che non può prescindere da quanto svolto negli anni precedenti, soprattutto in relazione agli eventi alluvionali del 2023 e del 2024. L’Agenzia ha coordinato 253 interventi urgenti sul reticolo idraulico, finanziati dal commissario straordinario per 305 milioni di euro (conclusi quelli relativi al maggio 2023 e in corso gli altri). Sul fronte dei contributi, per gli eventi di maggio 2023, il commissario delegato ha liquidato un contributo di autonoma sistemazione a 9.371 famiglie per un importo complessivo di quasi 7,8 milioni di euro, mentre per gli eventi di settembre e ottobre 2024 ad oggi risultano liquidati contributi per un migliaio di nuclei familiari per un importo di quasi 1,1 milioni. A questi si aggiungono i contributi di immediato sostegno: per maggio 2023 sono state liquidate 23.687 richieste di acconto per circa 71 milioni e 22.674 richieste di saldo per circa 38 milioni. Per gli eventi di settembre e ottobre 2024 le richieste liquidate sono state 3403 sull’acconto (per 14,2 milioni) e 2473 per il saldo (per circa 5,6 milioni).

Altri interventi

Nel corso del 2025, sono stati pianificati anche diversi interventi volti a migliorare le sedi territoriali di Ravenna, Piacenza e Ferrara. Previsti anche lavori di manutenzione straordinaria nella sede di Reggio Emilia per il 2026. Per la fine del 2026, dovrebbe anche realizzarsi il trasferimento della sede centrale bolognese da viale Silvani a viale della Fiera, nell’ambito del piano di razionalizzazione.

Previsto, nel triennio 2026-2028, il rafforzamento delle convenzioni con Università di Bologna, Parma e Ferrara per la definizione di scenari sismici, l’aggiornamento del Piano regionale di protezione civile e l’approvazione di nuove linee guida per la pianificazione comunale e supporto ai Comuni nelle attività di elaborazione dei Piani comunali di protezione civile. Tra gli altri impegni assunti per il prossimo triennio, figura la sottoscrizione di contratti di comodato d’uso gratuito di beni mobili con la Direzione regionale dei Vigili del fuoco e i singoli comandi provinciali e la liquidazione del contributo di 900mila euro, per 25 Comuni, per la manutenzione e la gestione dei distaccamenti dei Vigili del fuoco volontari.

Di particolare importanza, l’attività che l’Agenzia svolge nella gestione delle emergenze e delle contabilità speciali. Non meno importante l’attività di informazione dell’Agenzia rivolta alla cittadinanza: al 31 ottobre erano oltre 350mila le pagine visitate del sito di riferimento. Dal 10 al 12 ottobre, inoltre, i volontari della protezione civile hanno accolto i cittadini nelle piazze allestite in oltre 20 Comuni con i gazebo gialli, nell’ambito della campagna informativa “Io non rischio”, per aiutare a conoscere meglio i rischi terremoto, maremoto, alluvione, incendi boschivi, con materiali e iniziative. Tutte iniziative confermate per il 2026 con particolare attenzione al raccordo con gli uffici territoriali per promuovere le attività di informazione su base locale.

Il dibattito in commissione

Priamo Bocchi (FdI) ha apprezzato “la relazione, che, però, riporta dati preoccupanti, dal momento che attesta come il 60% della superficie regionale sia a rischio elevato”. Apprezzamento anche per l’incremento delle risorse, che conferma l’insufficiente dotazione garantita in passato per il tema della sicurezza del territorio. A fronte del corposo meccanismo di volontariato (oltre 20mila persone) che supporta l’Agenzia di Protezione Civile, Bocchi ha quindi auspicato un migliore coordinamento di “una struttura estremamente parcellizzata, che, se non governata in maniera puntuale, rischia di creare problemi invece di risolverli”. Unica pecca rilevata riguarda invece la struttura di comunicazione, che il consigliere giudica “non particolarmente efficace come testimoniato anche dalla scarsa diffusione e penetrazione sui vari social network”.

Anche Marta Evangelisti (FdI) apprezza al cambio di passo testimoniato dai numeri esposti ma si augura “che in futuro questo cambiamento trovi un completo radicamento nell’operatività quotidiana”. Per Evangelisti, poi, “il miliardo messo a disposizione dal governo testimonia una chiara attenzione verso un territorio estremamente fragile come il nostro e che rende evidente la scarsa attenzione attuata in passato”, mentre sono da specificare con maggiore chiarezza le tempistiche per la separazione del settore Protezione Civile da quello della sicurezza del territorio”.

Pure Elena Ugolini (Rete Civica) apprezza la volontà di cambiare registro rispetto al passato: “Bene quindi la separazione tra settori di competenza, bene la semplificazione e la razionalizzazione dei processi, che deve servire anche per un migliore coordinamento dell’importante struttura di volontariato regionale”. Per Ugolini, però, il tema strategico principale per questo nuovo corso dell’Agenzia di Protezione Civile deve esplicarsi attraverso una chiara professionalizzazione dei ruoli. “Mettere persone giuste in ogni ruolo significa una grossa opera di formazione per una struttura che ha ereditato tanto personale dalle vecchie strutture provinciali, per la maggior parte con caratteristiche amministrative”.

Daniele Valbonesi (Pd) ha incentrato il proprio intervento sulla struttura dei volontari, che, complice l’evolversi della società e l’andamento demografico, “non deve essere considerata come scontata in futuro”. Il consigliere romagnolo ha poi apprezzato particolarmente l’aumento delle risorse a disposizione destinate ad anticipare i costi della progettazione per sveltire ulteriormente i vari iter, ma auspica anche “un’attenzione particolare non solo ai corsi d’acqua ma anche ai territori collinari e montani alle prese con importanti fenomeni franosi e di erosione”. Ultimo passaggio, infine, sul tema della manutenzione: “La manutenzione è sì pratica essenziale, ma da sola non basta per affrontare il cambiamento climatico ormai drammaticamente in atto sui nostri territori”.

Lodovico Albasi (Pd), nel riportare la sua quindicinale esperienza di amministratore locale “in uno dei territori a maggiore rischio frane di tutto il piacentino”, ha lodato l’estrema professionalità che la Protezione Civile ha messo in campo in ogni condizione e ha auspicato un’accresciuta sensibilità per le zone collinari.

Marco Mastacchi (Rete Civica) ha espresso apprezzamento per il cambio di passo sul tema della sicurezza territoriale, in primo luogo riguardo alla mutata considerazione dei corsi d’acqua “un tempo considerati solo come infrastrutture ambientali, mentre ora ci si è resi conto che devono essere trattati come vere e proprie infrastrutture idrauliche”. Per il consigliere di Rete Civica è però necessario abbandonare la logica degli interventi a macchia di leopardo lungo i corsi dei fiumi “perché solo in maniera organica e integrata per ogni fiume e torrente si possono gestire le criticità senza scaricarle sui territori limitrofi”.

Matteo Daffadà (Pd) ha concluso il dibattito lodando l’apporto offerto dalle strutture di volontariato che, “con grande professionalità e progettualità, sono in grado di sviluppare collaborazioni virtuose anche con il settore privato”. Ha fatto l’esempio della cucina mobile allestita da un’azienda parmigiana e ha sottolineato quanto sarebbe importante, in ottica di prevenzione, incrementare il sostegno ai progetti di “Difesa attiva del territorio” con il coinvolgimento dei custodi che lo abitano, agricoltori e piccole aziende. Come esempio ha citato l’esperienza positiva di un Consorzio di agricoltori che manutengono un importante argine secondario del Po.

In replica agli interventi la sottosegretaria Rontini ha ringraziato i consiglieri e le consiglieri intervenuti “per la collaborazione dimostrata in questa sede e in questo primo anno di mandato e di lavoro, nella consapevolezza che il rinnovato clima di collaborazione che si è voluto costruire con tutti i livelli istituzionali, a partire dal governo, sia fondamentale per il buon esito degli interventi”.

(Brigida Miranda e Luca Boccaletti)

Ambiente e territorio