La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, ha iniziato l’esame del progetto di legge sul riordino delle funzioni della Polizia provinciale presentato dai consiglieri del Movimento 5 stelle, primo firmatario e relatore Andrea Bertani. La proposta, prima del voto sull’articolato, passerà alla commissione Politiche economiche per un parere consultivo.
Una questione, è emerso durante la seduta odierna, che riguarda circa 170 unità di personale (una ventina in procinto di andare in pensione a fine anno), che restano alle dipendenze delle Province mentre il loro costo, in corso di quantificazione, sarà a carico della Regione.
Il progetto di legge, ha evidenziato Bertani in fase di illustrazione, prende a riferimento il quadro normativo definito dalla legge nazionale (L. 125/2015), all’interno del quale “si possono disporre norme regionali dirette al riordino delle funzioni già svolte dalla Polizia provinciale”, e intende dare seguito “all’impegno assunto con l’ordine del giorno approvato dall’Assemblea legislativa regionale nel luglio scorso”. “Al fine di preservare funzioni e competenze del personale di Polizia provinciale”, ha concluso il relatore, “la nostra proposta prevede che tale personale venga trasferito ai ruoli regionali per poi essere dislocato nei Comuni e nelle loro Unioni, privilegiando l’attuale distribuzione territoriale”.
Paolo Calvano (Pd), pur giudicando condivisibili le intenzioni dei proponenti, ha affermato che il progetto di legge “ha due limiti che ne rendono impraticabile l’approvazione”. Il primo, “e più rilevante”, è costituito dal fatto che “il passaggio del personale in questione nei ruoli regionali rischia di fargli assumere lo status di polizia amministrativa, con conseguente rilevante perdita di funzioni (ad esempio il porto d’armi) e indennità integrative”. Il secondo è rappresentato “dalla mancanza di un articolo che norma e quantifica gli aspetti finanziari del disegno di legge”. Ne consegue “l’orientamento negativo del Pd”. “Sosteniamo, invece- ha concluso il consigliere- la scelta della Giunta, fintanto che il quadro normativo nazionale sulle Province non sarà definito, di mantenere l’unitarietà e le funzioni del corpo di Polizia provinciale lasciandolo in capo alle Province e trasferendo a tali enti i fondi di competenza regionale corrispondenti”.
Tommaso Foti (Fdi-An) ha liquidato come “un autentico pasticcio il provvedimento nazionale di abolizione delle Province, che ha innescato un processo di revisione costituzionale dai tempi dilatati e dagli esiti incerti, scaricando su Regioni e Comuni buona parte dei problemi”. Il progetto di legge del M5s, “pur con limiti evidenti, ha il pregio di proporre, attraverso una legge regionale, una soluzione definitiva al problema, come ad esempio ha fatto la Lombardia”. Al contrario, la linea seguita dal Pd “appare meramente attendista, finalizzata a guadagnare tempo nell’attesa di vedere a livello nazionale cosa sarà delle Province. Propongo, pertanto, di chiamare in audizione le rappresentanze sindacali del personale delle Province per avere contezza dello stato dell’arte”, ha concluso Foti.
Gabriele Delmonte (Ln) ha confermato che “la proposta dei 5stelle si inserisce nel solco di quanto fatto dalla Regione Lombardia, la quale, però, si trova a dover modificare la legge regionale per evitare la perdita di qualifica a danno del personale di Polizia provinciale inserito nei ruoli regionali”. Questo “è il limite più grave del progetto di legge in esame”. La soluzione prospettata da Calvano, vale a dire “confermare il personale in capo alle Province nell’attesa di istituire le Aree vaste, appare coerente, pur non conoscendo come si sta muovendo la Giunta, con la strada imboccata dal Veneto”.
Igor Taruffi (Sel) ha sottolineato come “il quadro normativo nazionale renda impervia qualsiasi soluzione, costringendo le Regioni a lavorare per approssimazioni”. Il problema del personale di Polizia provinciale, però, “c’è e occorre affrontarlo senza attendere l’esito del referendum costituzionale, avendo ben presente che la priorità è il mantenimento dell’unitarietà e delle funzioni di quel corpo”. Nel bilancio di previsione per il 2016 della Regione, pertanto, “occorrerà stanziare le risorse necessarie, qualunque sia la scelta di riordino, sulla quale auspico la massima condivisione di tutti i Gruppi assembleari”.
In chiusura di dibattito, la dirigente del servizio Organizzazione e sviluppo della Regione, ha riferito come “il 29 ottobre scorso la Giunta abbia emanato una delibera con la quale viene trasferito negli organici regionali il personale delle Province senza qualifiche e funzioni speciali, mentre viene mantenuto in capo alle stesse il personale con tali caratteristiche, fra cui quello appartenente alla Polizia provinciale (circa 170 unità, una ventina delle quali in procinto di andare in pensione a fine anno)”. Tale scelta, ha concluso, “consente il mantenimento sia dell’unitarietà sia della funzione di tale personale, il cui costo a carico della Regione è in fase di quantificazione”.
(lg)