Nel corso dell’ultimo triennio le Province sono state oggetto di una serie di interventi normativi orientati al loro superamento; dopo il prevalere del ‘no’ al referendum costituzionale, però, si è determinata una situazione che ha finito per compromettere le funzioni amministrative e le disponibilità finanziarie di questi enti locali, sempre più in difficoltà nel garantire i servizi di propria competenza ai cittadini. È quanto evidenzia Gian Luigi Molinari (Pd) in una risoluzione presentata in Regione nella quale impegna la Giunta a sollecitare, in seno alla Conferenza Stato Regioni e Conferenza Unificata, l’adozione di soluzioni utili affinché gli enti provinciali siano messi nella condizione di ottemperare ai compiti istituzionali, assicurando servizi fondamentali per la comunità e garantendo il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti.
La situazione finanziaria delle Province – si legge nell’atto d’indirizzo – è all’attenzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dove sono in atto percorsi di confronto sul futuro assetto dell’ente e del governo del territorio. Inoltre, – sottolinea il consigliere – grazie all’Unione delle Province italiane (Upi) sono state inserite nella manovra correttiva 2017 risorse aggiuntive per le Province, che, però, non sarebbero sufficienti a colmare il disavanzo di 650 milioni di euro certificato dal ministero dell’Economia e delle finanze.
Da qui l’iniziativa dell’esponente Dem, che invita l’esecutivo regionale anche “a promuovere una riflessione più ampia sul destino di questi enti dopo la mancata approvazione della legge di revisione costituzionale”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili online sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/leggi-e-atti/oggetti-assembleari)
(Luca Govoni)