Sanità e welfare

Punti nascita. Fi: riconsiderare l’apertura di Pavullo, Castelnovo e Borgo Val di Taro

Dopo l’episodio di una donna di Pievepelago costretta a partorire in ambulanza, Forza Italia chiede se ci siano in programma “piani straordinari di assistenza” per partorienti residenti in montagna

L’episodio di una madre di Pievepelago, nell’appennino modenese, che ha partorito in ambulanza prima di raggiungere il punto nascite più vicino, ovvero quello di Sassuolo, a un’ora e mezzo di distanza, è al centro di un’interrogazione di un consigliere di Forza Italia. Il fatto riapre la discussione sulla chiusura dei punti nascita come quello di Pavullo – più vicino a Pievepelago in quel caso – ma anche di Castelnuovo Monti nel reggiano e Borgo Val di Taro nel parmense.

Dopo la chiusura di Pavullo il punto nascite attrezzato più vicino per le donne residenti nella montagna modenese rimane quello di Sassuolo, scrive il consigliere, ma, con neve, ghiaccio e i disagi dell’inverno il rischio per le partorienti, anche legato al percorso, aumenta.

Il consigliere chiede quindi se sia stato messo in atto un piano straordinario di assistenza e di emergenza per le donne gravide residenti nelle zone di montagna – così come annunciato da tecnici e politici della Regione Emilia-Romagna – prima di chiudere i punti nascite, o se sia invece il caso in questione non motivi la Giunta regionale a “ritornare sui propri passi e riaprire i tre punti nascita, scongiurando così rischi per la salute e per la vita delle partorienti e dei nascituri”.

(Francesca Mezzadri)

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