Avviare un monitoraggio strutturato dei caregiver familiari e istituire un tesserino identificativo per formalizzare il riconoscimento, raccogliere dati, garantire l’accesso preferenziale ai servizi e promuovere misure di sostegno. A chiederlo con un’interrogazione a risposta immediata in aula è Valentina Castaldini (FI).
“In occasione della Giornata nazionale contro la violenza sulle donne è doveroso ribadire che ogni forma di violenza si contrasta non solo con campagne di sensibilizzazione, ma soprattutto creando per le donne le condizioni concrete per una reale autonomia economica, condizione che rappresenta uno dei principali fattori di prevenzione della violenza domestica. – sottolinea Castaldini -. Numerosi studi nazionali evidenziano che una parte rilevantissima delle donne che non partecipano al mercato del lavoro è costituita da caregiver familiari che sostengono carichi di cura gravosi, spesso continuativi, con effetti diretti su reddito, carriera, contribuzione previdenziale e reale libertà di scelta. Proprio le donne che svolgono funzioni di cura, in larga parte in forma totalmente gratuita, rappresentano oggi una fascia a rischio di esclusione sociale e di dipendenza economica, condizione che può renderle più vulnerabili anche rispetto a situazioni di violenza”.
Castaldini cita l’esempio della Regione Lazio, che, con la Legge regionale 5 del 2024, al riconoscimento formale della figura del caregiver fa seguire l’emissione di un tesserino identificativo, chiamato “Card Caregiver”, che consente di accedere a percorsi preferenziali nei servizi sociosanitari e sociali.
Nel ribadire come in occasione del 25 novembre sia fondamentale affrontare una delle radici strutturali della vulnerabilità femminile, cioè l’assenza di una reale autonomia economica, spesso impedita proprio dai carichi di cura non sostenuti, Castaldini chiede alla Giunta “quali azioni concrete siano state effettivamente realizzate, a un anno dall’insediamento, per dare attuazione agli impegni assunti nel programma di mandato riguardo alla formazione, al sostegno e alla valorizzazione delle caregiver familiari”.
Inoltre, chiede se si intenda avviare un monitoraggio strutturato dei caregiver familiari, anche attraverso l’istituzione di un registro regionale, e se si preveda di sfruttare come modello lo strumento della “Card Caregiver” in grado di superare l’attuale auto-dichiarazione.
“Vorrei ricordare che la Regione Emilia-Romagna è impegnata da anni su questo fronte, grazie alla legge regionale 2 del 2014, che fu una legge assolutamente all’avanguardia e che ha dato via a un percorso strutturato di riconoscimento e sostegno ai caregiver familiari – ha risposto l’assessora al welfare, Isabella Conti -. Per quanto riguarda la proposta della caregiver card, negli anni passati se n’era parlato, ma non era stata sviluppata anche a fronte di carenza di competenze tecniche, da un lato perché bisognava proprio ipotizzare come realizzarla e, soprattutto, anche per mancanza di risorse continuative. Nei documenti del Fondo regionale caregiver è prevista la costituzione di un’infrastruttura informatica regionale per favorire la registrazione dei caregiver e la creazione di una banca dati regionale. La Giunta ha deciso di individuare una carta identificativa che possa facilitare l’accesso a tanti servizi, come ad esempio la richiesta di sostituzione per una giornata con caregiver professionisti”.
“Sono cosciente che la legge dell’Emilia-Romagna è stata la prima del 2014, però a forza di dire che siamo stati i primi, temo che poi non ci accorgiamo che il mondo è cambiato – ha replicato Castaldini -. Sostengo che questo non sia un vero e proprio monitoraggio, perché rimane lo scoglio dell’autodichiarazione che io non ritengo essere uno strumento particolarmente efficace per individuare certe caratteristiche dei caregiver. Spero che questo lavoro preparatorio possa rendere stabile il riconoscimento di una figura essenziale”.
(Giorgia Tisselli)



