“In che modo il servizio sanitario regionale, dando seguito a quanto espresso dalla maggioranza politica dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, riuscirà a garantire prestazioni sanitarie tempestive senza la possibilità di ricorso alle decine di migliaia di interventi chirurgici all’anno eseguiti presso il privato convenzionato?”.
A porre il quesito è Valentina Castaldini (Forza Italia) con un atto che si riferisce al piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa chirurgiche e ambulatoriali dell’ottobre scorso e all’Ordine del giorno approvato in Assemblea legislativa nella seduta del 6 dicembre scorso in cui, nel corso della discussione sull’integrazione regionale per il finanziamento del servizio sanitario regionale, si impegna la giunta “a rafforzare la governance delle aziende sanitarie, al fine di raggiungere gli obiettivi di sanità pubblica, universalistica, territoriale e integrata con il sociale”.
L’assessore alle politiche per la salute Raffaele Donini, rispondendo alla domanda posta, ha chiarito che “la Regione Emilia-Romagna ha sempre puntato e sempre punterà a una sanità pubblica e universalistica e ciò è confermato dalle 18mila assunzioni sanitarie che abbiamo fatto durante la pandemia, la rete senza eguali di ospedali hub e spoke, il numero delle case della salute e gli investimenti tecnologici effettuati sempre e solo nel settore pubblico. Il punto da specificare chiaramente, però, è che la sanità privata convenzionata è parte integrante del nostro sistema sanitario regionale”. A testimonianza di quanto affermato, Donini ha ricordato che l’Emilia-Romagna è la Regione che sta recuperando le liste d’attesa più di ogni altro soggetto nazionale e per mantenere questo trend andremo a rafforzare tutte le collaborazioni in essere”.
Castaldini si è detta rincuorata dalle risposte ottenute che “danno un senso compiuto anche ad un atto di indirizzo che per come è stato approvato, destava più di una preoccupazione”.
(Luca Boccaletti)