Tutelare i lavoratori della Gaggio Tech srl, garantendo la continuità produttiva del sito di Gaggio Montano, salvaguardando gli investimenti pubblici erogati e rafforzando i meccanismi di controllo sui progetti finanziati con risorse regionali. A chiederlo, con un’interrogazione in aula, è Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia.
L’atto ispettivo prende le mosse dall’annuncio della dirigenza della Gaggio Tech, nei primi mesi del 2025, di mettere l’azienda in liquidazione volontaria. “Una decisione che determina una situazione difficile per i 131 lavoratori della società”, afferma Evangelisti.
La consigliera ripercorre le vicende societarie, ricordando che “la Gaggio Tech srl, insediata nello stabilimento ex Saga Coffee di Gaggio Montano, era subentrata nel 2023 a seguito di un progetto di reindustrializzazione che coinvolgeva le aziende Minifaber e Tecnostamp Triulzi Group, con il sostegno delle istituzioni regionali e locali”. “Il progetto di rilancio era stato supportato dalla Regione Emilia-Romagna con fondi stanziati attraverso la Legge regionale 14/2014” – spiega Evangelisti.
A inizio 2025, poi, la messa in liquidazione volontaria. “Il 29 settembre il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha convocato un incontro al quale hanno partecipato la Regione Emilia-Romagna, le parti sociali e l’azienda, per l’esame congiunto del ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione del ramo di attività di Gaggio Tech – prosegue Evangelisti -. La Regione ha attivato un tavolo di salvaguardia occupazionale, finalizzato alla continuità produttiva, all’impiego degli ammortizzatori sociali e alla ricerca di soluzioni di reimpiego, tra cui la cessione di un ramo d’azienda a Minifaber”.
A rispondere in aula, sulle iniziative a tutela dei lavoratori, è stato l’assessore al Lavoro Giovanni Paglia che ha ripercorso la vicenda. “Nel marzo di quest’anno, il socio di maggioranza, il gruppo Triulzi, ha deciso di mettere improvvisamente in liquidazione la società. Ovviamente abbiamo richiamato il socio alle sue responsabilità senza ottenere un passo indietro. Abbiamo subito messo in sicurezza l’ambito delle lamiere, relativo al socio di minoranza, con 25 lavoratori passati a Minifaber spa dopo la formalizzazione dell’affitto di ramo d’azienda. Abbiamo poi messo in protezione i 99 lavoratori del ramo plastica, afferenti al socio di maggioranza, che sono in cassa integrazione fino al 31 dicembre, con possibilità di proroga per altri 10 mesi. In questo periodo proveremo a costruire una soluzione e nei prossimi giorni incontreremo i sindacati, anche a seguito della lettera che ci hanno fatto pervenire”.
“Il nostro indirizzo è quello di provare a cercare commesse che consentano di riattivare quella parte di produzione – prosegue -. Le strade possono essere un possibile rilancio da parte di Minifaber che possa così ricomprendere altri lavoratori o l’arrivo di nuovi soci, cosa quest’ultima che non è mai semplice”. Frena, l’assessore, sulla richiesta di restituzione dei finanziamenti “che vanno chiesti a tutta la società”. “Se accelerassimo in questa richiesta – spiega -, metteremmo in crisi chi è rimasto”.
“Non sono soddisfatta della risposta, anzi sono più preoccupata di prima – replica Evangelisti -. Non è chiaro se le commesse serviranno per chiudere o rilanciare. E, in linea di massima, crediamo che quanto accaduto sia un campanello d’allarme su tutta la strategia regionale per attrarre investimenti nelle aree montane. Ci sono ancora i presupposti per un rilancio serio, ma bisogna anche guardare indietro a ciò che è avvenuto a Gaggio. Non c’era un ente commerciale per sviluppare nuovi clienti o figure tecniche chiave: a gennaio 2025 sono state rimosse fisicamente parte delle attrezzature. E’ lì che la Regione doveva esserci. Oggi auspichiamo un cambio di passo, che sia accompagnato anche da maggiore trasparenza”.
(Brigida Miranda)



