“Rendere le imprese agricole della Regione maggiormente competitive, e sostenere la formazione – e quindi la reperibilità – di personale competente e specializzato nel settore, oggi di scarsa o nulla reperibilità”.
E’ la domanda, posta al Question time, dal consigliere Michele Facci (Lega) in un’interrogazione firmata anche da Emiliano Occhi. Secondo il consigliere, è “necessario sostenere ed accompagnare le aziende agricole verso un futuro sempre più ad alta tecnologia, non solo mediante una politica di incentivi economici, ma soprattutto mediante una capillare attività di formazione di personale specializzato”.
La risposta è arrivata dall’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, che ha ricordato come “la ricerca di Humana evidenzia le difficoltà di reperimento dei lavoratori stagionali. La Regione investe su tutti i segmenti dell’offerta formativa. Oltre 51mila persone hanno avuto accesso all’inserimento lavorativo grazie al programma Gol. Ad oggi, in 18mila avranno una formazione per aggiornare le loro competenze. Su 600 aziende, che occupano 6mila lavoratori, il 43% non soffre la carenza di personale e le restanti assumeranno a tempo indeterminato”. Secondo Mammi, “le difficoltà esistono per reperire operai stagionali. La Regione investe in formazione per gli imprenditori e i lavoratori. Nel Psr 2023-27 ci sono oltre 14 milioni di euro per formazione, consulenza e formazione dei consulenti”. Inoltre, ha continuato l’assessore, dal terzo trimestre 2023 sono previsti nuovi bandi per le aziende per un importo di 4,2 milioni. Risorse destinate a meccanizzazione robotica, agricoltura di precisione, droni, innovazione nell’allevamento, antibiotico resistenza, sicurezza alimentare. A questi finanziamenti, si aggiungono altri finanziamenti per circa 37 milioni di euro”.
Occhi si è detto “non totalmente soddisfatto. Chiedevo se in agricoltura serva qualcosa di più per promuovere la professione e renderla più attrattiva verso i giovani. Se vogliamo un’agricoltura più resiliente e sostenibile dobbiamo generare interesse nei giovani. E non dimentichiamo le bioenergie, vanno tolti lacci e lacciuoli, per incentivare i giovani ancora di più. Infine, i bandi: secondo gli agricoltori in aree depresse, sono lunghi e complessi e i grandi imprenditori non sapevano dei bandi per le comunità energetiche”.
In base all’ultimo censimento, scrive Facci, “l’Emilia-Romagna, con le sue 53.753 aziende agricole, rappresenta il 4,7% del totale nazionale in termini di numero di aziende e l’8,3% in termini di Sau (Superficie agricola utilizzata, ndr)”. Rispetto al censimento del 2010, in regione “le aziende sono calate del 26,8% (erano 73.466) mentre la Sau ha subito una flessione contenuta, pari a – 1,8% (era 1.064 mila ettari), decisamente inferiore a quella registrata nel decennio precedente (-5,8%)”.
In Emilia-Romagna, nel 2021, ci sono state 130mila assunzioni in agricoltura. Un convegno di Confagricoltura, in collaborazione con l’agenzia Humana, ha posto al centro, conclude il consigliere leghista, la necessità di manodopera specializzata. Il 57% delle aziende coinvolte in una ricerca prevede nuove assunzioni, ma ha evidenziato enormi difficoltà nel reperire forza lavoro: il 52% non trova operai agricoli specializzati, dal potatore al raccoglitore all’operatore agricolo esperto di agricoltura di precisione; per il 27% degli imprenditori, inoltre, sono praticamente irreperibili pure i trattoristi o conduttori di macchine agricole (anche 4.0) per semina, aratura e concimazione dei terreni”.
(Gianfranco Salvatori)