Sanità e welfare

Question time Facci (Lega): “Regione impreparata su terza dose e paventa aumento tasse”

“E’ mancata la programmazione e c’è caos ai centri vaccinali”. L’assessore Donini: “Continui cambiamenti nelle indicazioni. Ma siamo già al 10% di vaccini per le terze dosi e al 95% per quelle agli immunodepressi”

La Giunta dica come intende “gestire questa terza fase di somministrazione vaccinale, sia dal punto di vista organizzativo (quali strutture coinvolgere sui territori e quale ruolo deve avere la sanità territoriale), sia dal punto di vista della sostenibilità finanziaria (quante risorse sono previste al riguardo e come le stesse verranno reperite)”, ma, soprattutto, se la Giunta intende compensare la maggior spesa per le terze dosi “con l’aumento dell’imposizione fiscale regionale, ovvero, addirittura, mediante la riduzione di altre prestazioni sanitarie”.

E’ la domanda posta dal consigliere Michele Facci (Lega) in un’interrogazione firmata anche dai colleghi di gruppo Daniele Marchetti e Matteo Rancan. A rispondergli in Aula è stato l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

La Regione, spiega Facci, dal 22 ottobre ha dato il via alle prenotazioni per la dose di richiamo (booster) disponendo, attraverso le Ausl, la creazione di hub, punti vaccinali e il coinvolgimento di medici di medicina generale a supporto. “Marginale” secondo Facci l’impiego della medicina territoriale. Ma mesi fa, l’assessore Donini aveva definito la “medicina territoriale come prioritario mezzo per la somministrazione del vaccino”. Per Facci è “evidente come la gestione della fase di somministrazione della terza dose non sia stata preparata per tempo dalla Sanità regionale, anche solo in termini previsionali legati allo stato di avanzamento della ripresa dei contagi” dal punto di vista organizzativo e da quello in termini di effettivi costi finali e di loro impatto sul bilancio regionale.

L’assessore Donini ha replicato affermando che “l’Emilia-Romagna sulle terze dosi va spedita. Già 386mila persone sono state vaccinate su 4 milioni e 100mila abitanti. E’ quasi il 10% della popolazione italiana. Lei ha ragione sulla necessità di chiarezza, ma abbiamo informazioni e indicazioni quotidiane che cambiano la programmazione, come la richiesta del Commissario straordinario di vaccinare i 40enni dal 22 novembre”. Sulla sanità territoriale, l’assessore ha detto che “contiamo sui vaccini dei medici di base (il 10% delle dosi) già impegnati per l’antinfluenzale. Inoltre, 200 farmacie stanno facendo prima e seconda dose, mentre in regione siamo primi per il vaccino agli immunodepressi (95%)”. Donini, poi, ha affermato di “non aver mai sostenuto “o ci date risorse o non facciamo la terza dose”: continueremo a vaccinare guardando alla salute cittadini e non al portafoglio. Le Regioni hanno speso 8 miliardi per il Covid e lo Stato ha versato solo 300 milioni”.

Facci ha condiviso la continua evoluzione delle prescrizioni, “ma la campagna per la terza dose è stata sottovalutata, era prevista da mesi. Serviva una programmazione e oggi siamo impreparati. C’è confusione vicino ai centri vaccinali. Sui costi bisogna dire quale posizione terrà la Regione se lo Stato non farà arrivare le risorse. Lei era stato chiaro: o arrivano i soldi o aumenteremo le tasse”.

(Gianfranco Salvatori)

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