Ambiente e territorio

Question time Fdi e Pd su bufera che ha colpito Piacenza, Parma e Reggio

Tagliaferri (FdI): “A Piacenza, dove c’è stato un morto, nessuna allerta meteo e tanti danni”. Daffadà (Pd): “Parma e Reggio Emilia colpite, viabilità e treni rallentati. Chiedo lo stato di emergenza”. L’assessora Priolo: “Evento imprevedibile e non segnalato dai radar. Danni in 70 comuni. Valutiamo lo stato di emergenza regionale”

I danni causati della bufera che il 4 luglio ha colpito Piacenza e Parma provocando numerosi danni – un morto a Besenzone (Piacenza) – sono stati al centro di due question time discussi in Aula, uno di Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia  e uno di Matteo Daffadà e Pasquale Gerace (Partito Democratico). A rispondere è stata l’assessora alla Protezione civile, Irene Priolo. Dopo le condoglianze all’agricoltore deceduto, l’assessora ha spiegato come funziona il servizio di allertamento.

Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia), ritenendo la provincia di Piacenza “bistrattata dal servizio meteo regionale” ha chiesto “per quale motivo non sia stata data un’adeguata allerta meteo e quali problemi abbia incontrato “Arpae nello specifico, la Struttura IdroMeteoClima nell’erogazione delle sue prestazioni previsionali e quali interventi siano necessari per rendere il servizio adeguato alle attuali esigenze”. Tagliaferri ha espresso le proprie condoglianze a Giorgio Minardi, l’agricoltore deceduto a Besenzone per il crollo di un muro di una cascina. Numerosi, poi, i danni all’agricoltura e la violenza della tempesta ha staccato il controsoffitto dell’ospedale di Fiorenzuola. Il consigliere ha detto “che si è tratto di una grave inefficienza che bisogna chiarire”.

Irene Priolo ha affermato che il servizio IdroMeteoClima emette l’allerta se i dati lo consentono. “Per Piacenza -ha spiegato- le procedure sono state rispettate, ma si è trattato di un evento imprevedibile, non registrato dai radar. Il 4 luglio sono stati emessi due documenti: uno di vigilanza per 72 ore e uno di allarme giallo per temperature. C’era solo un’allerta per possibili temporali sulla zona settentrionale della regione. Alle 17.30 i radar individuano un temporale sul basso Piemonte che poi arriverà a Piacenza e si spingerà fino a Bologna con venti di burrasca. Nessun modello né il meteo dell’Aeronautica militare lo avevano previsto. Alle 18.40 la mappa radar è stata inviata sui canali social di allerta meteo regionali: una linea di temporali su Piacenza, con grandine, si sta spostando su Parma. Il sistema di allerta ha funzionato sulla base delle informazioni disponibili. Non c’è stato alcun trattamento disomogeneo sui territori”.

Tagliaferri si è detto “insoddisfatto. Servono valutazioni su un eventuale investimento di risorse per migliorare la prevenzione e la prevedibilità degli eventi”.

Il consigliere Matteo Daffadà (Partito democratico), riportando i numerosi danni occorsi nelle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, alle strade, all’agricoltura, agli impianti di energia elettrica, alle chiese, alla rete ferroviaria ha chiesto “se sia già in possesso di una prima ricognizione dei danni registrati sul territorio che permetta la richiesta di una dichiarazione di stato di emergenza nazionale al fine di riconoscere il danneggiamento ai comparti produttivi e ai privati cittadini”. Nell’interrogazione Daffadà ha affermato che c’è stata difficoltà di reperire informazioni dai gestori dei servizi. Molti i danni tra Fidenza e il Po, nella bassa parmense. Il vento ha toccato picchi di 117 km all’ora. “Nella bassa reggiana -ha ricordato- ci sono stati problemi alla viabilità a causa di alberi caduti e danni alle strutture che hanno anche causato il rallentamento della circolazione ferroviaria”.

L’assessora Priolo ha risposto che è stato coinvolto un territorio vasto – 70 i comuni colpiti – e “l’Agenzia per la sicurezza e la protezione civile ha avviato una ricognizione da Piacenza fino a Ferrara. Le segnalazioni di danni al pubblico sono state 242 e 272 quelle dei privati. La Regione sta valutando lo stato di crisi regionale e l’adozione di provvedimenti”. Secondo l’assessora, “non ci sono elementi per avanzare la richiesta di stato di emergenza nazionale. Per i danni a privati e attività produttive, è importante valutare se si possa attuare un’emergenza regionale, anche per attivare le assicurazioni. E valutiamo anche il riconoscimento del danneggiamento pubblico per fornire supporto alle amministrazioni. Lo stato di calamità, infine, non è di competenza regionale”

Daffadà ha ringraziato “l’Agenzia di protezione civile e ha sottolineato come i gestori dei servizi ai comuni, ai privati e alle imprese siano stati latitanti. E’ importante convocare un incontro per avere una risposta”.

(Gianfranco Salvatori)

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