Ambiente e territorio

Question time Ferrero (FdI): “Chiarezza su messa in funzione casse di espansione del Senio”

Ferrero, ripercorrendo le vicissitudini e i rallentamenti dei lavori che hanno interessato le opere, evidenzia come a oggi “risulti completata solo la cassa posta più a monte, che però non ha un collegamento con il fiume”

La Regione chiarisca con quale tempistica saranno rese funzionanti le casse di espansione e laminazione del Senio, in località Cuffiano, frazione di Riolo Terme (Ravenna).

A chiederlo, con una interrogazione a risposta immediata in aula è il consigliere di Fratelli d’Italia Alberto Ferrero. “Oltre 30 anni fa – spiega il consigliere – all’interno di tre anse fluviali in corrispondenza di Ca’ Passerina, Molino Fantaguzzi e Ca’ di Lolli, tra Faenza, Riolo Terme e Brisighella, in località Cuffiano, è stata individuata un’area di intervento, di circa 70 ettari, per la realizzazione di tre casse di espansione con capacità di 6,5 milioni di metri cubi”.

Alberto Ferrero, ripercorrendo le vicissitudini e i rallentamenti dei lavori che hanno interessato le opere, evidenzia come a oggi “risulti completata solo la cassa posta più a monte” che però non ha un collegamento con il fiume. “Per quanto riguarda la seconda, è entrata in funzione durante l’alluvione di settembre in maniera quasi fortuita, poiché il fiume ha rotto una parte dell’argine e si è creato quindi un varco per sfogare parte della piena; resta, però, da completare la risagomatura degli argini. Mentre la terza è ancora sulla carta”, rileva Ferrero, che pone l’accento anche sui 5 milioni di euro spesi fino ad oggi.

A rispondere è stata la sottosegretaria Manuela Rontini. “Occorre chiarire che la competenza per il finanziamento in materia di difesa del suolo è statale – premette Rontini -. Nel 2001 è stata assunta come prioritaria la realizzazione di un sistema di casse di espansione lungo il Senio e successivamente, nel 2005, per ovviare alla mancanza di risorse è stato avviato un percorso attuativo pubblico-privato”. Secondo questo percorso, i privati titolari di autorizzazione estrattiva avrebbero dovuto realizzare i volumi di invasi e le arginature, il resto dei lavori era posto in capo alla pubblica amministrazione. “Ma se per la cassa a monte questo percorso è andato a buon fine – afferma Rontini -, per quella a valle i ritardi accumulati hanno portato alla estromissione del privato”. Nel 2018, poi, c’è stata la richiesta di finanziamento al Ministero competente da parte della Regione “ed è stata avviata una complessa attività di acquisizione delle aree a cui il privato si è opposto in sede giudiziale”. In questo quadro di complessità e di ricorsi tuttora pendenti “sta operando la Regione”, prosegue Rontini, che sottolinea come “i volumi delle casse sono attualmente significativi, seppur inferiori a quelli previsti dal progetto”, individuando nella fine del 2026 l’indicativa data di fine lavori.

“Con riferimento all’ultimo evento del 14 e 15 marzo 2025, pur non essendoci uno specifico quesito nel suo question time, ma solo un’affermazione (tra l’altro errata, me lo si consenta), essendo però il tema oggetto di grande dibattito pubblico, preme precisare che l’onda di piena ha registrato livelli massimi a Castel Bolognese, superiori alla soglia 2 ma inferiori alla soglia 3, e in tutto il tratto arginato di valle i franchi sono stati mediamente di almeno 1,5 metri, con valori di poco inferiori solo nei pressi di Cotignola. Pertanto, le due aree non si sono attivate perché il loro attuale funzionamento prevede che vengano invasate per abbattere il colmo della piena quando questo supera la soglia critica (ovvero soglia 3, rossa). Di conseguenza, non è corretto parlare di mancato funzionamento, come si è fatto”, sottolinea Rontini.

Il consigliere Alberto Ferrero, nel ringraziare la sottosegretaria per la spiegazione puntuale, rileva tuttavia come “per quel che riguarda la cassa a monte manchi il collegamento con il fiume”, mentre per quella a valle evidenzia come “abbia funzionato per un caso fortuito, e cioè per la rottura di un argine, e di certo non può essere questo il corretto funzionamento di una cassa di espansione”. “Auspico che ci sia una accelerazione dei lavori, visto che tali opere sono fondamentali”, conclude Ferrero.

(Brigida Miranda)

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