Sanità e welfare

Gerace (Italia Viva): aggressioni ai sanitari, Ausl siano parti civili e si chiedano i danni

“Un modello che dovrebbe essere steso a livello nazionale. Occorre ridurre il rischio professionale e garantire la tutela della salute e la sicurezza degli operatori”. L’assessore Donini: “Lavoriamo sulla prevenzione. Costituzione di parte civile, si decide caso per caso. Le Asl tutelano i dipendenti in caso di denuncia”

Se un operatore sanitario viene aggredito l’Ausl si costituisca parte civile e chieda il risarcimento dei danni per l’interruzione di pubblico servizio. Una procedura da estendere a livello nazionale.

Lo chiede il consigliere Pasquale Gerace (Italia Viva) al question time dove la risposta è stata data dall‘assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. Il consigliere vuole sapere se “valutando gli strumenti e le misure necessarie affinché la costituzione di parte civile delle aziende sanitarie consegua alla denuncia sporta dall’operatore sanitario in caso di subita aggressione, intende prevedere altresì ulteriori azioni in sede civile per il risarcimento dei danni per l’azienda quali, ad esempio, l’interruzione di pubblico servizio e attivarsi, in Conferenza Stato Regioni, affinché, attraverso un’opportuna modifica normativa, tale previsione sia estesa a livello nazionale”.

La Regione è sempre attenta alla salute e alla sicurezza di cittadini e personale sanitario, scrive Gerace. “L’aggredito deve, infatti, poter sporgere denuncia querela – continua il consigliere – sapendo di poter contare sull’appoggio della propria azienda, anche tramite la sua costituzione di parte civile, misura al momento solo ipotizzata e che invece si ritiene opportuno si trasformi in procedura automatica”. Solo in questo modo, si potrà far sapere a chiunque che qualunque aggressione al personale verrà perseguita in maniera solidale dall’operatore e dall’azienda sanitaria”.

Negli ultimi anni, fornisce i dati Gerace, gli episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario stanno diventando sempre più frequenti, sia in Emilia-Romagna sia nel resto dell’Italia, come rivelato da diverse fonti e studi recenti: sono state 2.401 e hanno coinvolto 2.732 operatori le aggressioni nei confronti dei sanitari in Emilia-Romagna nel 2023: 2.112 nel settore pubblico, di cui 1.997 in ospedale. Le aggressione più frequenti sono quelle verbali (83,2%), seguite da quelle fisiche (32,7%) e da quelle contro la proprietà (11,3%). Infermieri (59,7%) e medici (11,2%), gli Oss (10%) sono le categorie più colpite e i luoghi delle aggressioni sono le aree di degenza (27,2%), i Pronto Soccorso (26,1%), i reparti psichiatrici (12,6%), e gli ambulatori (9,7%).

L’assessore Donini ha detto che “il problema è alla costante attenzione della Regione. Occorre lavorare sulla prevenzione, con corsi di formazione. Già dal 2018, è stato chiesto alle Asl un piano per segnalare gli episodi di violenza. La Regione ha avviato una collaborazione con le Forze dell’ordine e ha aumentato la vigilanza interna. In caso di denuncia, l’Asl può essere domicilio per tutelare la privacy del dipendente. Per quanto riguarda la parte civile, viene valutata caso per caso”.

Gerace ha replicato “di essere molto soddisfatto. Conosco ciò che si sta facendo, ma mi auguro che altre iniziative siano portate avanti”.

(Gianfranco Salvatori)

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