Ambiente e territorio

Question time Gianella (FdI): “Monitorare l’attività dell’ente Parco Delta del Po”

“Numerosi cittadini e operatori economici hanno segnalato istanze e richieste istruite da anni ma ancora prive di risposta da parte dell’Ente parco, situazione che può generare una profonda sfiducia e allontanare gli operatori economici dall’Ente stesso”

La Regione si attivi per monitorare l’attività dell’ente Parco del Delta del Po, al fine di ripristinare l’efficienza della gestione interna, il funzionamento della struttura organizzativa e la capacità di risposta ai cittadini e agli operatori economici. E’ la richiesta che arriva dal consigliere di Fratelli d’Italia, Fausto Gianella, attraverso un’interrogazione a risposta immediata in aula.

Nel ricordare la strategicità del parco sotto il profilo della tutela dell’ecosistema deltizio, e l’importanza del complesso idraulico-ambientale delle Valli di Comacchio (che richiede un costante presidio tecnico), Gianella rileva come “numerosi cittadini e operatori economici abbiano segnalato istanze e richieste istruite da anni ma ancora prive di risposta da parte dell’Ente parco, situazione che può generare una profonda sfiducia e allontanare gli operatori economici dall’Ente stesso”.

Secondo le segnalazioni raccolte da Gianella, le risposte inevase dall’Ente potrebbero essere migliaia, generando pertanto evidenti disagi, anche in considerazione del fatto che “i pareri dell’Ente sono vincolanti, dunque non soggetti allo strumento di semplificazione amministrativa del cosiddetto ‘silenzio-assenso’. Di conseguenza, si generano blocchi delle procedure, oltre al fatto che numerosi cittadini e imprese lamentano gravi difficoltà di comunicazione con il Parco e impossibilità di ottenere informazioni tempestive su istanze e procedure”. Fra le criticità segnalate, vi sono anche “problematiche organizzative sempre più frequenti, segnalazioni di cittadini che evidenziano una mancanza di cura del territorio, una carente manutenzione delle infrastrutture e un generale stato di abbandono delle aree vallive”, afferma Gianella.

A rispondere in aula è la sottosegretaria Manuela Rontini. “L’ente negli anni ha dimostrato una buona capacità operativa, gestendo con efficacia un volume significativo di pratiche autorizzative”, spiega Rontini che cita le 20 attuali unità di personale, di cui tre specificatamente dedicate al rilascio delle autorizzazioni, un numero mai raggiunto nelle gestioni precedenti. “L’ente ha fatto il possibile per far fronte alle crescenti esigenze del territorio – prosegue Rontini -. Dal 2019 ad oggi sono state ricevute 5.600 pratiche, di cui 4.527 già evase, con una media annuale di 800 nuove richieste. Attualmente sono in corso di valutazione 856 pratiche e 217 sono in attesa di integrazioni documentali da parte dei richiedenti. I tempi di risposta potrebbero essere ottimizzati se i Comuni applicassero l’istituto del silenzio-assenso per gli interventi che ricadono nei centri storici o all’interno dei siti Natura 2000”. Inoltre, “per consolidare e potenziare questo servizio, essenziale per il territorio, è in corso una variazione statutaria che prevede il rafforzamento dell’organico, attraverso l’assunzione di almeno un’altra unità di personale aggiuntiva, grazie al contributo dei nuovi comuni soci che hanno condiviso questa strategia di sviluppo”.

Molto critica la replica del consigliere Gianella. “Ricevo centinaia di mail relative alle problematiche che ho evidenziato – spiega -. Sei anni fa le richieste erano quasi azzerate: ora, con questo nuovo modo di lavorare, anche in quest’aula arriva conferma che ci sono più di mille richieste inevase. Fra le segnalazioni che ho ricevuto, c’è quella di una persona che da quattro anni aspetta una risposta per fare un pontile. In quest’aula ho posto il tema di un sistema completamente inefficiente: e, anche sul personale, ben sei persone su 10 hanno chiesto la mobilità e sono andate via, perché c’è un sistema di lavoro che non funziona. Ho fatto un giro sul territorio e la situazione è drammatica: ci sono aziende ferme da un anno o anche due e altre hanno delocalizzato sul Veneto perché non riescono a ottenere un parere. A mio parere sarebbe necessario il commissariamento dell’ente”.

(Brigida Miranda)

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