“Modificare il calendario venatorio 2024-2025 aderendo ai suggerimenti e alle prescrizioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), dimostrando una reale equidistanza dagli interessi dei cacciatori, categoria oltremodo tutelata negli atti in materia di attività venatorie”.
E’ la richiesta che Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) rivolge alla giunta regionale in tema di caccia. Auspicando che l’esecutivo regionale metta mano al calendario venatorio “anche per evitare, come ogni anno, le ormai consuete censure della giustizia amministrativa in caso di impugnazione”, Gibertoni ricorda “le modifiche apportate al precedente calendario regionale per adeguarlo ai disposti dei tribunali amministrativi”.
Per la capogruppo, poi, “tutto il calendario venatorio 2024-2025 è pervaso dal tentativo, più o meno palese, di allargare le possibilità di esercizio della caccia, a favore dei cacciatori, contravvenendo alle richieste e ai pareri specifici di ISPRA e ciò senza avere portato a supporto alcuna seria motivazione scientifica”. Numerosi gli esempi di avifauna acquatica per cui ISPRA “non ritiene che i periodi indicati dall’Amministrazione regionale siano idonei a garantire una corretta gestione venatoria. Infatti, l’inizio del prelievo non dovrebbe essere consentito prima del 2 ottobre 2024, mentre il termine della stagione venatoria andrebbe fissato in base al calendario migratorio delle specie che iniziano più precocemente la migrazione prenuziale”.
Gibertoni, inoltre, non rileva alcun passo avanti neppure “nell’annoso problema delle cartucce al piombo, che sono precluse solo nelle zone umide e nei loro intorni, ma che per il resto, malgrado gli inviti e gli auspici della Regione, continuano ad essere tranquillamente usate nel resto del territorio ammesso alla caccia nonostante ISPRA abbia rilevato chiaramente l’inefficacia dei semplici suggerimenti da sostituirsi con divieti tassativi”.
A fronte di un calendario venatorio 2024-2025 che “regala sostanzialmente un mese in più di caccia per 12 specie di avifauna acquatica e che non fa tesoro delle vicende recenti ma, al contrario, persevera negli errori precedenti”, la capogruppo ricorda che il parere di ISPRA sul calendario venatorio ha natura obbligatoria seppure non vincolante e da ciò rivolge l’invito di modificazione del calendario venatorio appena approvato, anche “al fine di evitare, come ogni anno, le ormai consuete censure della giustizia amministrativa, in caso di impugnazione della delibera di giunta regionale”.
Rispondendo ai rilievi mossi, l’Assessore al Welfare, Politiche giovanili, Montagna e aree interne Igor Taruffi, a nome della giunta, ha chiarito che “il calendario non è un favore verso una determinata categoria, ma rappresenta un punto di equilibrio tfa i vari interessi in campo basato sui rilievi scientifici di cui dispone la Regione”. Sottolineando come nelle precedenti stagioni venatorie le pronunce del Tar non siano mai entrate nel merito del provvedimento bensì si siano configurate come ordinanze cautelari, Taruffi ha ribadito la volontà di confronto della giunta “che è stata disattesa dalla rinuncia dei ricorrenti per sopravvenuta carenza di interesse”.
Giulia Gibertoni, sottolineando come “il calendario venatorio dimostri molto bene il tratto distintivo della giunta Bonaccini in questi dieci anni cioè forte con i deboli e remissiva con i potenti”, si è dichiarata insoddisfatta delle risposte ottenute. “La risposta fornita -conclude la capogruppo- ricalca il disdegno per la scienza, tipica di una classe dirigente che vuole comandare a prescindere dagli istituti che verificano la corrispondenza tra azioni intraprese e quanto stabilito scientificamente. Questa è solo una manifestazione di forza, ma non state dimostrando di saper governare realmente”.
(Luca Boccaletti)