“Considerare un approccio nuovo alla questione, investendo sulla prevenzione delle criticità, ripensando completamente la gestione dei due nuclei di Classe e Volano e rivedendo la delibera di giunta 140/2021”. E’ la sollecitazione conclusiva del question time che Giulia Gibertoni (gruppo misto) ha rivolto alla giunta regionale sul tema delle due colonie di daini insistenti sui due comuni a cavallo delle province di Ravenna e Ferrara e oggetto anche di un’istanza pubblica sottoscritta da 30 mila cittadini che chiedono di lasciare i cervidi nelle zone dove attualmente vivono.
La capogruppo ha sottolineato il sostanziale fallimento del bando per la cessione degli animali a scopo ornamentale amatoriale (solo una l’offerta pervenuta relativa a soli 4 esemplari) che si accompagna al fatto che la Regione “continua a non fornire informazioni precise su come intenda gestire i daini” dei due nuclei insistenti sul territorio regionale. In dettaglio, Gibertoni denuncia la totale mancanza di dati disponibili sul numero di daini oggetto del servizio per l’attuazione del piano di controllo e neppure sulle “modalità per distinguere i daini oggetto di detto Servizio”. Oltre a ciò la capogruppo specifica anche come ad oggi la procedura per l’attuazione del piano di controllo non è stata neppure avviata, così come -specifica ancora la Regione- “non è possibile definire con certezza una dimensione in termini di ettaraggi delle aree di competenza regionale”, che “non si dispone di cartografia di dettaglio delle zone di SASP (superficie agro-silvo-pastorale) delle province di Ferrara e Ravenna frequentate dalla specie oggetto della presente richiesta” e che “non è possibile fornire elementi relativamente al regime di proprietà delle aree di competenza regionale”.
In fase di risposta l’Assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca Alessio Mammi ha chiarito che “è lo stesso Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) a prescrivere lo spostamento degli animali in quanto giudicati come specie alloctona, quindi che può creare danni all’ambiente circostante”. Mammi ha chiarito che la linea di azione dell’Assessorato è incentrata al trasferimento in aree più consone “come ad esempio la zona appenninica” e che la Regione è competente solo per le zone intorno al Parco del delta del Po, quindi per una zona pari al 10% delle aree popolate dai daini.
Gibertoni, in fase di replica, ha invitato l’Assessorato a fornire una risposta alla petizione pubblica e a non sottovalutare una chiara azione di una comunità vasta che si è mobilitata specificamente sulla sorte degli animali. “I daini -prosegue la capogruppo- sono assolutamente una specie autoctona perchè presenti ben prima di noi ed è ora che si usino giudizi realmente scientifici sul tema”.
(Luca Boccaletti)