Azzerare la subsidenza di origine antropica. Questa la richiesta che Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) consegna alla giunta quale “vera e propria emergenza a cui tutte le politiche regionali con implicazioni ambientali devono sottostare”.
Richiamando le recenti dichiarazioni del direttore del Parco del Delta del Po e del report quinquennale di Arpae sulla subsidenza, Gibertoni sottolinea come il fenomeno della subsidenza non sia un fenomeno naturale e derivi in toto dall’attività umana, in special modo a causa dell’opera di prosciugamento dei terreni tra Emilia e Romagna. “Ciò ha determinato -prosegue Gibertoni- l’abbassamento dei fondali nelle valli ferraresi e ravennati con evidenti ripercussioni su flora e fauna”. La capogruppo sottolinea poi come, “a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, la subsidenza causata dall’uomo sia stata determinata soprattutto da eccessivi prelievi di fluidi (acqua e idrocarburi) dal sottosuolo e tali attività hanno determinato livelli di abbassamento generalmente molto più elevati rispetto a quelli attribuibili alla subsidenza naturale”. Per Giulia Gibertoni a questo fenomeno sono da imputare i danni diretti all’habitat naturale e al patrimonio artistico-monumentale, la perdita di efficienza delle infrastrutture idrauliche, nonché della propensione all’esondabilità sia dei territori costieri che interni e per questi motivi chiede che la subsidenza sia considerata “una vera e propria calamità naturale continuata”.
“La subsidenza che interessa l’Emilia-Romagna è di tipo naturale, cosa diversa è quella di antropica che, comunque, la nostra Regione contrasta fin dagli anni ’70 con la legge del 1976 a tutela delle acque”, spiega la vicepresidente e assessore all’Ambiente Irene Priolo.
Gibertoni si è quindi detta insoddisfatta criticando le politiche e le scelte fatte in questi anni dalla Regione.
(Luca Boccaletti e Luca Molinari)