“Favorire, anche attraverso apposite campagne, una corretta informazione sul lupo, basata su dati scientifici certi.
La richiesta arriva, con un’interrogazione a risposta immediata in aula, da Giulia Gibertoni (Misto), che vuole sapere, in particolare, “quali siano le azioni che la Regione Emilia-Romagna intende mettere in atto (anche in Conferenza Stato-Regioni), nel breve e medio periodo, per la preservazione del lupo sul territorio regionale, in un’ottica di mitigazione dei conflitti con la specie”.
La consigliera, nel rilevare che “l’Italia considera (come da convenzione di Berna firmata nel 1979) il lupo una specie ‘rigorosamente protetta’ (ne proibisce la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio), spiega che la Svizzera, a più riprese, “ha proposto di catalogare il lupo non più come specie ‘rigorosamente protetta’ ma solo ‘protetta’”.
Anche in Emilia-Romagna, sottolinea la capogruppo, “vengono invocate misure straordinarie di contenimento di questa specie, configurando una situazione di assoluta emergenza, non basata, peraltro, su alcuna base scientifica”. Negli scorsi mesi, prosegue, “all’interno del parco di Monte Sole, in provincia di Bologna, è stato sterminato un intero branco di lupi con l’utilizzo di bocconi avvelenati”. Peraltro, evidenzia, “le ultime stime ci dicono che la popolazione alpina del lupo è di circa 950 esemplari, mentre la popolazione appenninica arriverebbe a circa 2.400 esemplari”.
Il lupo, si legge nell’atto, “è un animale chiave di volta nell’ambiente naturale, avendo anche un effetto ombrello su altre specie e habitat naturali; inoltre è di straordinaria importanza in termini di biodiversità (per esempio il lupo regola la presenza di alcune popolazioni di erbivori, garantendo in questo modo la sopravvivenza e la crescita di specie vegetali che, nel lungo termine, possono costituire un valido rifugio per volatili nidificanti in aree a folta vegetazione)”. Inoltre, si sottolinea, “le previsioni che parlano di una crescita esponenziale del numero dei lupi sono destituite di ogni fondamento, poiché quando un branco di lupi si stabilizza in un’area non c’è alcun rischio di sovrappopolazione in quanto il numero degli esemplari è regolato dalla biologia intrinseca alla specie”.
Gibertoni, in conclusione, rimarca che “l’abbattimento anche di pochi esemplari rischia di avere effetti catastrofici per questa specie, con la possibilità di perdite irreparabili nel patrimonio genetico del lupo”.
La risposta arriva in aula dall’assessore regionale Alessio Mammi, che nel rilevare come “la Regione Emilia-Romagna sia particolarmente attenta al tema della coesistenza tra uomo e lupo (anche rispetto ai conflitti)”, spiega che “è giusto andare sui territori per dare le informazioni corrette”. Evidenzia poi che “l’ente stanzia annualmente importanti risorse per i danni da lupo alle aziende zootecniche”. “La situazione è mutata, c’è maggiore presenza del lupo sui territori, per questo reputiamo corretto rivedere la normativa in materia, serve una strategia nazionale”, conclude Mammi.
Nella replica Gibertoni rileva che “la salvaguardia del lupo è una battaglia vinta, la Regione Emilia-Romagna deve mantenere il punto sulla conservazione della specie”.
(Cristian Casali)