La giunta dica “quali posizioni abbia espresso il Ministro dell’Istruzione rispetto alle obiezioni delle Regioni sulla proposta di dimensionamento presentata, con particolare riferimento alle conseguenze di un eventuale mancato accordo in sede di Conferenza unificata”.
La domanda è stata posta, al Question time, dalla consigliera Francesca Marchetti (Partito democratico). La replica dell’assessore all’Istruzione, Paola Salomoni, ha preso il via dai dati sulla decrescita degli studenti: “In Emilia-Romagna il calo è di 32mila in tre anni misurati, si passa dai 536mila (i dati sono quelli relativi al 2024) a 521mila nel 2025 fino ai 504mila (per 2026-27)”. Salomoni ha continuato: “Nel 2024-25 ci saranno 519 autonomie a fronte di un numero studenti che porta a 1.400 per autonomia, un dato che è al di fuori del range della stessa legge. Questo è un disinvestimento sulla scuola. Abbiamo evidenziato al ministero come i conti non tornassero. Ma la nostra obiezione, e quella di altre Regioni, delle Province e dei Comuni, non è stata considerata. Molte regioni, di destra e di sinistra, dicono che non va. Il ministro ha detto che il provvedimento sarà emanato. Confidiamo nel ricorso alla Consulta”.
Marchetti, dicendosi soddisfatta della risposta, ha definito “il quadro allarmante e preoccupante per le decisioni unilaterali del governo”.
In maggio, aveva ricordato la consigliera dem, la Conferenza delle Regioni ha dato parere contrario (Campania, Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna e Toscana, a cui poi si sono aggiunti in Conferenza unificata Abruzzo, UPI e ANCI) allo schema del ministero dell’Istruzione e del merito che conteneva i criteri “per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni per il triennio 2024-2027”.
Marchetti ricorda che nel “caso in cui non si raggiunga un accordo in Conferenza Unificata entro il 31 maggio è stabilito che lo Stato potrà esercitare il potere sostitutivo nella distribuzione degli organici tra le Regioni fissando unilateralmente i criteri”. Si avrebbe così un ridimensionamento dei dirigenti scolastici e di quelli amministrativi, una situazione che “creerebbe forti penalizzazioni per i territori: secondo quanto previsto dal Governo, in Emilia-Romagna il taglio previsto sarà di 15 posizioni di Dirigenti Scolastici e Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi solo nel primo anno di applicazione. E questo comporterà la necessità di riorganizzare la rete scolastica, accorpando istituzioni scolastiche che già hanno una media di più 1.000 studenti per Autonomia, con punte di quasi 1.200 studenti di media nelle scuole superiori di II grado”. La Regione ha anche presentato un ricorso alla Corte costituzionale, perché la riduzione delle autonomie scolastiche “pregiudicherebbe la possibilità di offrire un servizio scolastico efficiente e funzionale alle esigenze del territori”, soprattutto in montagna e nelle aree periferiche.
(Gianfranco Salvatori)