Ambiente e territorio

Mastacchi (Rete Civica): mappare le sorgenti abbandonate per evitare sprechi idrici

Il consigliere chiede di recuperare l’acqua in superficie e convogliarla adeguatamente per evitare le frane. L’assessora Priolo: “La Regione da anni ha avviato un censimento delle fonti non captate libere. Previsto un Piano per la manutenzione e la tutela delle acque”

Realizzare una mappatura completa delle sorgenti abbandonate presenti sul nostro territorio per recuperare il “troppo pieno” e l’acqua in superficie, al fine di convogliarla con una minima spesa, prevenire le frane ed evitare sprechi idrici. A chiederlo, con un’interrogazione a risposta immediata in Aula è Marco Mastacchi (Rete Civica).

“I gestori degli acquedotti -ha ricordato il consigliere- per opportunità economica prelevano l’acqua dai fiumi tramite sistemi di pompaggio abbandonando la gestione e la manutenzione delle sorgenti e dei depositi idrici. Ciò comporta che una certa quantità di acqua risulta non regimentata e può rappresentare un pericolo per il territorio in quanto causa di piccole e grandi frane. Altro problema è la siccità: la portata dei fiumi si è impoverita e l’acqua che è scesa con la pioggia per il momento non è stata sufficiente a riportare il sistema a una situazione di normalità. Con incentivi per il risparmio e un recupero sostenibile delle risorse si potrebbe fare la differenza per il nostro futuro”.

Ha risposto la vicepresidente e assessora alla Difesa del suolo Irene Priolo: “In relazione alla mappatura, la Regione da anni ha avviato un censimento delle fonti non captate libere e delle sorgenti storicamente segnalate nella carta topografica d’Italia. Stiamo inoltre monitorando le condizioni climatiche e la disponibilità della risorsa idrica. Visto l’intensificarsi degli eventi siccitosi che stanno causando un impoverimento delle risorse, si sta cercando di individuare una pluralità di fonti. Successivamente all’adozione del Piano aria passeremo al Piano per la manutenzione e la tutela delle acque individuando strategie per garantire la risorsa idrica”.

Il consigliere si è detto non pienamente soddisfatto: “Occorre una presa di coscienza della situazione complessiva: il censimento è su base volontaria e non su base scientifica. Serve fare emergere tutte le situazioni in maniera puntuale. Chi è sul territorio deve avere gli strumenti per offrire il proprio contributo a questa attività che consentirebbe di risolvere problemi ambientali importanti. Le multiutility, che oggi gestiscono le reti idriche, tendono a lavorare sulle grandi infrastrutture abbandonando i piccoli acquedotti, molto più costosi in una gestione industriale. Ma per le comunità locali questo lavoro è molto importante”.

(Lucia Paci)

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