“Sollecitare il governo e le istituzioni competenti per rivedere e modificare la procedura di richiesta del nuovo certificato medico introduttivo (CMI) al fine di evitare l’aggravio dei costi per i cittadini e per le fasce economicamente vulnerabili della popolazione”.
E’ il capogruppo dei Civici con de Pascale Vincenzo Paldino a sollecitare l’intervento nei confronti del governo “affinché venga evitato l’aggravio dei costi per i cittadini e per le fasce economicamente vulnerabili della popolazione, nonché l’ulteriore sovraccarico burocratico per i medici di medicina generale”.
Ricordando come il CMI sia il primo passaggio per il nuovo procedimento di accertamento della condizione di disabilità, Paldino ricorda che “i soggetti indicati per la redazione del certificato sono i medici di medicina generale, il pediatra di libera scelta, il medico specialista del servizio sanitario pubblico o in convenzione o altro medico abilitato secondo le indicazioni del ministero”.
Rispetto al passato, dove l’iter era caratterizzato da domanda, visita e valutazione finale, la nuova richiesta di accertamento unifica tali passaggi in un unico modello ma, chiarisce ancora Paldino, “escludendo i patronati tra i soggetti abilitati alla trasmissione del CMI, il medico certificatore rimane l’unico soggetto abilitato ad emettere e trasmettere il documento, mentre non tutti i medici di medicina generale sono abilitati come certificatori, oltre al fatto che l’elevata tariffa richiesta (120/150 euro) dai medici accertatori può rappresentare un ostacolo per i cittadini con bisogni di tutela e per le fasce economicamente più deboli della popolazione”.
Oltre a ricordare che a causa di questa nuova procedura i medici di medicina generale “vengono caricati di un’ulteriore attività burocratica a discapito del tempo utile e necessario da dedicare alla cura dei pazienti”, il capogruppo riporta i dati della provincia di Forlì-Cesena, dove viene sperimentata la nuova procedura per l’Emilia-Romagna, e sottolinea l’aggravio economico “che incide in modo più marcato per le fasce economicamente più deboli della popolazione”. Dall’esperienza registrata nella provincia pilota, quindi, l’ulteriore richiesta di informazioni “circa la data di estensione della sperimentazione o dell’applicazione definitiva nel territorio regionale per la nuova procedura”.
Raccogliendo le sollecitazioni poste, la Sottosegretaria alla presidenza Manuela Rontini ha chiarito che “la giunta ha riscontrato diverse criticità sia tra i cittadini che tra i medici certificatori. Per i cittadini le principali problematiche risiedono nel costo della certificazione e nel modello di documento scarsamente personalizzabile in riferimento alle situazioni personali, mentre per i medici c’è un evidente aggravio nell’operatività quotidiana e per questi motivi non mancheremo quindi di rappresentare le criticità osservate nei tavoli di confronto con il governo”.
Paldino si è quindi dichiarato soddisfatto delle parole della Sottosegretaria Rontini augurandosi che la procedura possa essere rivista quanto prima e soprattutto “riammettendo i patronati tra i soggetti autorizzati a gestire la domanda, non solo per l’esperienza acquisita nel corso degli anni, ma soprattutto per la gratuità con cui supportano le fasce più deboli della popolazione”.
(Luca Boccaletti)



