Istituire un registro per accertare l’età dei minori stranieri non accompagnati. Lo chiede in un’interrogazione Simone Pelloni (Rete civica) alla giunta con un’interrogazione nella quale vuole sapere se intende “istituire un registro regionale affinché il Servizio sanitario regionale e i servizi sociali della regione siano informati di eventuali valutazioni precedenti”.
“A quanto ci risulta – spiega il consigliere – i tempi in cui l’autorità giudiziaria dispone l’accertamento dell’età del minore straniero non accompagnato sono molto lunghi e in questo modo il giovane permane per molto tempo nella struttura in cui è stato collocato dai servizi sociali con evidente costo a carico delle collettività, a scapito anche dello stesso individuo. Inoltre – prosegue il consigliere – non è presente un registro regionale degli esiti delle valutazioni delle commissioni multidisciplinari provinciali per l’accertamento dell’età di minori stranieri non accompagnati né è previsto che il loro fotosegnalamento venga inserito nella banca dati SDI in dotazione alle Forze dell’Ordine. In questo modo se i minori lasciano la struttura in cui sono stati collocati per recarsi autonomamente in altre province la loro valutazione dell’età non risulterà ai servizi sociosanitari rendendo vano il lavoro svolto e dovendo replicare tutta la procedura con allungamento di tempi”.
Richiamando la legge per l’identificazione dei minori stranieri non accompagnati, il consigliere Pelloni chiede alla Giunta se “intende istituire un registro regionale in modo da effettuare in tempi più brevi gli accertamenti dell’età dei minori stranieri non accompagnati”.
La risposta è affidata all’assessore al Welfare Igor Taruffi per il quale “la giunta ha definito procedure operative uniformi sul territorio regionale per la concreta applicazione delle disposizioni nazionali relative all’accertamento dell’età. Sono state dunque effettivamente costituite, in ogni azienda sanitaria territoriale, delle equipe multidisciplinari composte da professionisti del servizio sanitario. Nei prossimi mesi verrà attivato un primo monitoraggio del lavoro svolto”.
In fase di replica, Simone Pelloni si dice insoddisfatto perché “la risposta è incompleta. Se ci sono pervenute segnalazioni è proprio perché ci sono criticità. Non possiamo tenere impegnati psicologi e pediatri di comunità che devono lavorare più volte, magari sullo stesso caso. Sappiamo che il costo per la collettività è estremamente elevato e questi soldi potrebbero essere impiegati in maniera più utile, magari attraverso percorsi di effettiva integrazione e inclusione”.
(Giorgia Tisselli)