Ambiente e territorio

Piccinini (M5s): spiegare come si vieterà l’edificazione nelle aree alluvionate

La capogruppo chiede anche se il divieto all’edificazione si riferisce alle sole nuove lottizzazioni o ricomprende anche i progetti, convenzionati o no, approvati

“Chiarire come la Regione vuole dare attuazione alle recenti dichiarazioni del presidente Bonaccini in merito al divieto di edificazione nelle aree colpite dall’alluvione del 2023”.

La capogruppo del M5s Silvia Piccinini pone il quesito alla giunta chiarendo che “a fronte di un annuncio di portata potenzialmente positiva, è necessario delinearne con precisione campo di applicazione e strumenti di attuazione, al fine di tradurre un impegno di massima in misure concrete a tutela di cittadine e cittadini”.

Rifacendosi alla normativa nazionale post alluvione e alla legge regionale del 2017 sulla disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio, la capogruppo ricorda il rapporto Ispra del 2021 secondo cui “il 94% dei comuni italiani è a rischio di dissesto idrogeologico e, in particolare, il 45% del territorio emiliano-romagnolo risulta a rischio allagamento”. Per questo motivo Piccinini ha chiarito che “non ci si può limitare a ricostruire come prima, mentre invece bisogna fare di più e meglio ed è per questo che trovo che la proroga per l’entrata in vigore dei PUG nei comuni alluvionati invece di mettere mano alla legge regionale urbanistica apra la strada a ulteriori cementificazioni dei territori più fragili”.

Sulla base di tali rilevazioni, Piccinini auspica quindi “un cambio di paradigma e una revisione dell’approccio alla difesa idraulica e idrogeologica della nostra regione, che si esplica, tra le altre, nell’attuazione della richiesta, venuta da più parti, di non costruire più nelle aree alluvionate” e per questo chiede come si intende dare seguito alle recenti dichiarazioni del Presidente Bonaccini il quale, intervenendo al tavolo post-alluvione tenutosi a Ravenna, ha affermato che “non si costruisce il nuovo nelle aree allagate” riferendosi in particolare alle aree di Ghilana a Faenza e Biancanigo di Castel Bolognese, entrambe colpite duramente dall’alluvione della scorsa primavera.

Rispondendo ai quesiti posti, il Sottosegretario alla presidenza di giunta Davide Baruffi ha chiarito che “in attesa degli studi dell’Autorità di bacino, la struttura commissariale, in raccordo con Agenzia per la protezione civile e la Direzione regionale cura dell’ambiente sta predisponendo un Piano speciale che non precluda ogni ulteriore azione di tutela successiva”. Entrando poi nel merito della risposta, il Sottosegretario ha confermato come “nei territori urbanizzati si agirà per la mitigazione del rischio, mentre al di fuori di queste zone, in via transitoria, si dovranno prevedere azioni di manutenzione senza aumentare i carichi urbanistici ma garantendo ogni flessibilità per le attività già insediate improntando ogni decisione ai criteri di sicurezza. Nel Piano saranno definiti meglio campo di applicazione e strumenti dopo un dettagliato coinvolgimento degli enti locali e delle organizzazioni produttive””.

Piccinini si è quindi dichiarata non soddisfatta delle risposte ottenute. “Non solo non sono state chiarite le tempistiche -conclude la capogruppo- ma lo strumento individuato non è cogente. Mi sarei aspettata un intervento sulla legge urbanistica per dare un reale strumento di intervento ai sindaci ma ciò non è avvenuto e nulla è stato detto sulle aree su cui si vuole intervenire”.

(Luca Boccaletti)

Ambiente e territorio