Come si intende “sensibilizzare la cittadinanza sul tema della violenza di genere, con particolare riferimento a quella di natura psicologica compresa quella connessa al disturbo narcisistico della personalità”.
A porre il quesito principale è la capogruppo del M5s Silvia Piccinini, la quale, ricordando la recente giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sottolinea come l’ISTAT “abbia sancito come il 31.5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza”, mentre la nostra nazione è uno dei pochi Paesi dell’Europa occidentale in cui non è previsto l’insegnamento nelle scuole dell’educazione sentimentale”.
Per la capogruppo non è auspicabile una maggiore attenzione solo nei confronti della violenza strettamente fisica, dal momento che “risulta spesso sottostimata la non meno grave violenza psicologica” che spesso può derivare dalla vicinanza con un soggetto affetto da “disturbo narcisistico della personalità, una malattia che affligge circa il 6% della popolazione, di cui il 50-75% uomini, e che si caratterizza per la necessità di ammirazione totale e costante, cui fanno da contraltare degradazione e manipolazione della partner”.
Evidenziando, infine, la mancanza di figure di supporto alle vittime nei servizi pubblici, così come evidenziato recentemente dal Presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, Piccinini chiede anche come la giunta intenda supportare “i professionisti del settore sia in termini di formazione che di organico” e “come intenda sollecitare le istituzioni competenti, in Conferenza Stato-Regioni e in tutte le sedi opportune, affinché istituiscano adeguati corsi di formazione all’educazione sentimentale e affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado”.
Replicando alle sollecitazioni poste, il sottosegretario alla presidenza della giunta Davide Baruffi ha rimandato il dettaglio delle azioni al dibattito che verrà svolto in Assemblea legislativa ma ha chiarito che “sulla base della legge e del piano regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere si sono organizzate molteplici attività per la cultura del rispetto e la prevenzione dei fenomeni di violenza e intolleranza.” Per Baruffi è particolarmente complesso far emergere il fenomeno in tutta la sua drammaticità e questo si riflette anche nella difficoltà di ideare strategie efficaci. “Oltre ai bandi finanziati con oltre un milione di dotazione -ricorda ancora Baruffi- va sottolineato il corso di formazione specificamente rivolto agli insegnanti che a ottobre ha visto partire la seconda edizione e la campagna di comunicazione ‘se lo dici è violenza’ che per dodici mesi porterà sulle strade dei nostri territori frasi molto dure e scioccanti per rompere il velo di ogni ipocrisia e convincere le donne a chiedere aiuto”.
Silvia Piccinini si è quindi detta parzialmente soddisfatta delle risposte ottenute in attesa del dibattito assembleare sul tema. “Dobbiamo chiederci -conclude la capogruppo- se stiamo facendo abbastanza e francamente credo che la risposta sia negativa. Occorre uno sforzo deciso per introdurre nelle scuole la materia dell’educazione sentimentale e occorre iniziare ribaltare la prospettiva di comunicazione con messaggi rivolti specificamente agli uomini violenti”.
(Luca Boccaletti)