La Regione chiarisca quali interventi specifici intenda attuare, in collaborazione con Autorità e Forze dell’ordine, per prevenire e contrastare il fenomeno delle baby gang.
A chiederlo è il consigliere di Fratelli d’Italia Ferdinando Pulitanò con una interrogazione immediata in aula sottoscritta anche dalla collega Annalisa Arletti. “Negli ultimi anni si è registrato un significativo aumento delle attività riconducibili alle cosiddette baby gang in Emilia-Romagna – spiega Pulitanò -. Un fenomeno che oggi è una vera emergenza, ma che troppo spesso è stato sottovalutato, se non addirittura negato, da questa Regione. Tant’è che nelle linee programmatiche della giunta si legge che il fenomeno è ancora in fase embrionale”.
“Secondo un recente studio della Regione Emilia-Romagna e dell’Università di Bologna – prosegue poi Pulitanò -, il 78% dei componenti di queste bande è di sesso maschile, il 40% ha un’età compresa tra i 14 e i 17 anni e oltre la metà degli appartenenti è di origine straniera, incluse le seconde e terze generazioni”. Pulitanò ricorda anche recenti fatti di cronaca che hanno riguardato la provincia di Modena “con episodi di aggressioni verificatisi nei pressi di scuole, stazioni e fermate delle corriere” e con l’arresto di cinque minorenni, lo scorso gennaio, accusati di rapina aggravata e lesioni. “Negli ultimi giorni, la città di Reggio Emilia è stata interessata da episodi di disordine pubblico a causa di gang di giovani stranieri. La situazione venutasi a creare in Emilia-Romagna evidenzia l’urgenza di interventi coordinati fra istituzioni, Forze dell’ordine, scuole e famiglie per affrontare efficacemente il fenomeno delle baby gang e garantire la sicurezza della comunità” ribadisce Pulitanò, che ricorda nel contempo le misure messe in campo dal governo nazionale con il cosiddetto decreto Caivano.
La sottosegretaria Manuela Rontini ha ribadito che “tale azione di contrasto è di competenza statale” e che la Regione ha il compito “di adottare strategie integrate di prevenzione”. “Non c’è alcuna intenzione di negare o minimizzare il fenomeno – spiega Rontini -. L’azione della Regione si traduce in interventi di miglioramento delle condizioni di vita dei quartieri, nel sostegno alle famiglie, alle istituzioni scolastiche, alle associazioni di comunità, agli educatori di strada, affinché svolgano al meglio la loro funzione educativa”. E, ancora, “la lotta all’abbandono scolastico e il rafforzamento della funzione di prossimità delle polizie locali. Già nel primo bilancio di questo mandato, porteremo i fondi a sostegno della genitorialità e del rapporto armonico tra genitori e figli da due a tre milioni di euro”.
“La risposta mi trova insoddisfatto – conclude Pulitanò -. Questa ricetta non può lasciarci tranquilli; negli anni questi progetti educativi non hanno portato risultati, anzi c’è stata una recrudescenza del fenomeno. Servono oggi risposte più importanti e prese di posizione più nette”.
(Brigida Miranda)