“Ridurre, in particolare a Piacenza, le liste d’attesa per le prestazioni specialistiche che risultano al di sotto dell’indice standard regionale di efficienza, indicando tempistiche ed escludendo in futuro l’utilizzo delle ‘liste bloccate’”.
A chiedere l’intervento dell’esecutivo regionale, con un’interrogazione a risposta immediata in aula, è Valentina Stragliati della Lega.
I tempi di attesa, spiega la consigliera, “sono in sofferenza in buona parte del territorio regionale: vengono di fatto chiuse le agende delle prenotazioni facendo respirare le statistiche ma creando disservizi ai cittadini”.
“La sanità piacentina post Covid- entra poi nello specifico Stragliati- porta i segni più pesanti: le liste d’attesa per sottoporsi a visite specialistiche ed esami strumentali sono tornate ad allungarsi. Sono quattro, ad esempio, i mesi di attesa per sottoporsi a un esame di gastroscopia, mentre la prima visita oculistica prenotabile all’ospedale di Piacenza ha tempi chilometrici, quasi sei mesi; occorrono poi due mesi per sottoporsi a una visita cardiologica, valori in rosso anche per prenotare una visita ginecologica, così come per sottoporsi a un ecodoppler cardiaco, problemi anche per le visite dermatologiche e le visite urologiche”.
La risposta arriva in aula dal sottosegretario alla presidenza Davide Baruffi, che parla di “problema reale a Piacenza”, che però “non nasce dal blocco delle prenotazioni ma dall’allungamento delle fasi di risposta del sistema sanitario”. Il sottosegretario rileva poi, a Piacenza, “carenza di personale medico specializzato, criticità nella gestione dei flussi di persone e problemi nell’organizzazione degli spazi”. Infine, rimarca che l’azienda Usl “sta valutando nuove strategia per superare queste criticità”.
(Cristian Casali)