La Regioni spieghi come intende garantire l’apertura e l’accesso “alla Villa e al Museo Verdi di Sant’Agata di Villanova (Piacenza) e se, a tal fine, almeno, siano state attivate opportune interazioni con il ministero della Cultura”. Inoltre, la giunta dica quali azioni intenda “dare attuazione alla legge regionale n. 2/2022 e con quali risorse e tempi, affinché non rimanga il solito provvedimento cosmetico a fini di autopromozione elettoralistica”.
Sono le domande poste, al question time, dal consigliere Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) – il quale ha ricordato che il 10 ottobre 1813 Giuseppe Verdi nasceva a Roncole Verdi – a cui ha dato risposta il sottosegretario alla Presidenza della giunta, Davide Baruffi.
“E’ un tema che sta a cuore alla giunta, non c’è disinteresse. Villa Verdi – ha detto Baruffi – impone una particolare attenzione. Ci siamo attivati con la Soprintendenza per monitorare le complesse vicende della Villa. C’è stato un sopralluogo, da cui è emersa una situazione conservativa preoccupante: danni all’immobile e incuria. Nella Villa ci sono beni documentali, suppellettili, libri, arredi, dipinti e tanto altro. Siamo in contatto con la Soprintendenza per evitare ulteriori danneggiamenti. Ma la situazione ereditaria – è in atto un contenzioso per la vendita – impone alla Regione di attendere l’annuncio della vendita all’asta. La Regione conferma il canale aperto con ministero e soprintendenza per arrivare all’acquisto da parte dello Stato, ma è anche pronta a fare la propria parte. Vedremo come il Tribunale gestirà la vicenda. A oggi non ci sono i presupposti legali per far partecipare gli eredi all’iscrizione delle Case e studi delle persone Illustri dell’Emilia Romagna. La Regione vuole collaborare con il Comune di Busseto per un masterplan del territorio”.
“Nonostante le vicende delle proprietà della Villa fossero note da tempo – aveva affermato Tagliaferri – la Regione non ha evidentemente messo in atto iniziative valide a contrastare l’ipotesi della chiusura della Villa e del Museo e della conseguente perdita di un patrimonio collettivo di tale importanza culturale e sociale”. Un fatto ancora “più grave” se si pensa che la Villa è stata inserita nel catalogo delle Case e studi delle persone Illustri dell’Emilia Romagna “e dovrebbe quindi essere “protetta” ai sensi della legge regionale 2/2022 tanto sbandierata come fiore all’occhiello dall’assessorato alla Cultura, quanto evidentemente inutile a tutelare nei fatti il nostro patrimonio”.
Tagliaferri, al termine, ha replicato dicendosi “soddisfatto per l’apertura a una collaborazione tra istituzioni, che può portare anche all’interesse di sponsor privati. Auspico una visita alla Villa entro il 30 ottobre”.
(Gianfranco Salvatori)