“Aprire un tavolo regionale di confronto con Vantive sul futuro industriale del gruppo, ed in particolare del sito di Medolla, che dopo mesi di silenzi ed incertezze necessita di un piano industriale che preveda investimenti, rilanci la produzione e salvaguardi i lavoratori e le lavoratrici”.
A chiederlo è Paolo Trande (AVS) che si sofferma in particolare sul futuro dello stabilimento che in provincia di Modena impiega 500 lavoratori che negli ultimi 17 mesi hanno vissuto in contratto di solidarietà per 13 mensilità.
Facendo seguito a notizie fornite dai media del territorio, Trande sottolinea lo stato di agitazione proclamato dai sindacati che chiedono un piano di rilancio dell’azienda che dia specifiche garanzie anche sul piano occupazionale.
Ricordando come l’attuale Gambro Vantive sia stata la prima azienda del distretto biomedicale modenese, nata nel 1962 col nome Dasco e ora attiva sotto la gestione del fondo Carlyle, il consigliere fa proprie le preoccupazioni dei sindacati sul calo delle vendite delle macchine dedicate alle terapie renali croniche, come tale produzione non sia stata rimpiazzata da altri prodotti e come la stessa Vantive non abbia indicato chiaramente di cosa si occuperanno nel medio periodo gli oltre 500 dipendenti dello stabilimento modenese”.
Rispondendo alle sollecitazioni poste, l’Assessore alle Politiche abitative, Lavoro, Politiche giovanili Giovanni Paglia ha chiarito che “la Regione sta seguendo la vicenda in accordo con le rappresentanze sindacali e nel futuro prossimo si esperirà un tentativo di portare al tavolo di crisi anche la proprietà costituita dal fondo di investimento Carlyle”. Paglia ha poi dettagliato le sue preoccupazioni derivanti dal fatto che “in questo specifico caso non ci troviamo ad affrontare una crisi contingente, bensì la totale mancanza industriale con l’obsolescenza di un macchinario che si produceva da tempo e lo scarso responso di vendite per il prodotto chiamato a sostituirlo. Stanti le problematiche geopolitiche e le coincidenti politiche restrittive adottate da molti importanti mercati, auspico che in Italia Consip non continui a bandire gare di approvigionamento per la sanità pubblica solo ed unicamente con il criterio del massimo ribasso perchè la cosa finirà fatalmente per mettere a repentaglio interi comparti industriali”.
Trande, nel dichiararsi soddisfatto delle risposte ottenute e dell’attenzione alla vicenda ha ribadito la gravità dell’assenza di un piano industriale, “figlio di quel capitalismo finanziario tutto dedito ai risultati finanziari, soprattutto quando si annunciano licenziamenti dei lavoratori”.
(Luca Boccaletti)



