Sanità e welfare

Question time Ugolini (Rete Civica): “Medici di base possano prescrivere esami clinici ordinari”

La consigliera chiede soluzioni che semplifichino i percorsi di cura e rafforzino la medicina territoriale. L’assessore Fabi: “La direzione generale dell’assessorato sta già raccogliendo richieste per eventuali adeguamenti e al momento sono arrivate domande per 20 prescrizioni. È in corso una rivalutazione per mantenere il Servizio sanitario regionale sostenibile e garantire cure di alta qualità”.

La Regione restituisca ai medici di medicina generale la piena possibilità di prescrivere esami clinici di uso comune e apra un confronto costruttivo per individuare soluzioni che semplifichino i percorsi di cura e rafforzino la medicina territoriale. La richiesta arriva da Elena Ugolini (Rete Civica) con un’interrogazione a risposta immediata in Aula.

“La Regione Emilia-Romagna -ha ricordato la consigliera- ha introdotto un provvedimento che sottrae ai medici di medicina generale la possibilità di prescrivere oltre 1.200 esami clinici, compresi numerosi accertamenti di uso comune. Tale scelta obbliga i cittadini a rivolgersi agli specialisti ospedalieri per ottenere prestazioni che prima potevano essere prescritte direttamente dal proprio medico di base. Ciò comporta un inevitabile allungamento dei tempi diagnostici, un aumento dei costi per i cittadini e un percorso più complesso, con la necessità di ulteriori passaggi burocratici. I pazienti più fragili, anziani o cronici, risultano particolarmente penalizzati, trovandosi spesso costretti a rimbalzare tra diversi professionisti per ottenere esami anche elementari”.

“Il provvedimento -ha sottolineato Ugolini- rischia inoltre di aggravare il carico sulle strutture specialistiche pubbliche, già oggi in sofferenza per carenza di personale e liste d’attesa troppo lunghe. Limitare la possibilità di prescrizione ai medici di medicina generale significa indebolire la medicina territoriale, riducendo il ruolo di prossimità che rappresenta un presidio fondamentale per la salute dei cittadini. La Regione non può continuare ad affermare che ‘il paziente è al centro’ e, allo stesso tempo, adottare misure che complicano l’accesso alle cure e ostacolano la tempestività delle diagnosi”.

Ha risposto l’assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi: “La Regione Emilia-Romagna, già nel 2005, è stata la prima in Italia ad attivare il catalogo delle prestazioni specialistiche mediche oggi è definito a livello nazionale. È uno strumento utilizzato per garantire appropriatezza prescrittiva ed erogativa per diminuire i tempi di attesa. Le prestazioni sono state modificate di recente in adeguamento al nuovo nomenclatore nazionale. Non vuole essere un disconoscimento della capacità dei medici di base ma ulteriore tutela per i cittadini. In termini concreti è il medico specialista che prescrive esami a seguito di una sua valutazione e sgrava il medico di base dal carico burocratico. Ad ogni modo la direzione generale dell’assessorato sta già raccogliendo richieste per eventuali adeguamenti e al momento sono arrivate domande per 20 prescrizioni. È in corso una rivalutazione per mantenere il Servizio sanitario regionale sostenibile e garantire cure di alta qualità. Il percorso di revisione è continuo e con il coinvolgimento della medicina generale”.

La consigliera ha replicato: “Mi riterrò soddisfatta solo se in commissione Sanità riusciremo a fare l’audizione che avevo chiesto il 7 aprile per capire come ci stiamo orientando per i servizi di medicina territoriale che con la medicina di base è fondamentale per la presa in carico dei pazienti. Dobbiamo rivedere il modo con cui diamo la possibilità di prescrivere gli esami in modo che siano fattibili. Ci sono margini di miglioramento per mettere al centro il paziente”.

(Lucia Paci)

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